Un Consiglio comunale quello celebrato ieri iniziato che ha visto un acceso dibattito prima, durante e dopo. Secondo il capogruppo dei Democratici e Progressisti Michele Grimaldi, la giunta Salvati è protagonista di “5 mesi di tragicommedia pagati dagli scafatesi”. Il Consigliere d’opposizione redige una relazione di parte del Consiglio comunale del 28 novembre:
“Iniziato con inspiegabile ritardo, il Consiglio comunale di ieri sera termina alle due del mattino, con la maggioranza soddisfatta “della propria osmosi”, qualsiasi cosa questa frase pronunciata dal Sindaco voglia dire. Nel frattempo, i cumuli di immondizia rimangono dove sono, le strade continuano ad essere buie, la Villa Comunale chiusa, interi quartieri si allagano ad ogni pioggia, i lavori pubblici procedono a rilento e senza senso, colpendo la già difficile vita commerciale della comunità, non c’è traccia di uno straccio di programmazione su vicende essenziali come il PUC.
In ogni caso, andiamo per ordine.
Il Consiglio si apre con un fatto assai particolare, che mai mi era capitato di vedere: viene bocciato il resoconto stenografico, il verbale, della seduta precedente. Una situazione inusuale, che potrà comportare conseguenze non di poco conto.
Si procede poi alla discussione di mozioni e interpellanze.
All’ordine del giorno vi erano due nostri atti.
Il primo era una nostra duplice proposta: installare dossi o dissuasori di velocità lungo Corso Trieste, che in molte ore del giorno è trasformata – assieme alle strade limitrofe – in una pista da corsa automobilistica; e garantire in quella stessa strada anche un percorso pedonale sicuro – con un marciapiede o delimitazioni verticali – per tutti, ed in particolare modo per bambini, passeggini, cittadini costretti all’uso della sedia a rotelle. La proposta viene incredibilmente bocciata, con il Sindaco che mi ha accusato di occuparmi del quartiere dove abito. Accusa grave, della quale mi assumo ovviamente la responsabilità.
Il secondo era una nostra interpellanza sulle assunzioni dell’ACSE, illustrata dal consigliere Russo, e grazie alla quale abbiamo appreso che non l’ACSE, ma la società interinale Manpower ha assunto 11 persone a tempo determinato, lavoratori che poi l’ACSE “affitta” dalla società interinale: il contratto che lega ACSE e Manpower rimane ancora non chiarito, così come non chiariti rimangono i criteri che la Manpower ha usato per le assunzioni. Singolare, tra l’altro, che a rispondere all’interpellanza non sia stato l’Assessore alle partecipate ma il consigliere delegato all’ambiente.
Finita la sessione dedicata a mozioni e interpellanze, il consiglio è passato a discutere dell’affido della gestione coatta dei tributi alla ADER, l’ex Equitalia. Una proposta di delibera presentata contro ogni norma, regola e tempistica sancite da TUEL, Statuto del Comune e regolamento delle adunanze consiliari. Una proposta di delibera con un errato parere del collegio dei Revisori dei Conti, e monca in alcuni passaggi. Insomma, una forzatura politica e istituzionale rispetto alla quale non sono chiari né i motivi dell’urgenza e della testardaggine, né il perché 4 consiglieri comunali abbiano cambiato idea, passando dal voto contrario a quello favorevole in una decina di giorni.
Abbiamo provato ad opporci in tutti modi consentiti dal regolamento a questa decisione sbagliata, presentando come opposizioni circa 30 emendamenti migliorativi al testo. Ma purtroppo la maggioranza ha imposto la legge dei numeri, e a tarda notte ha compiuto questa scelta scellerata, che costringerà i cittadini a confrontarsi con una struttura vessatoria, che non ha sede in zona e per di più – come ribadito da molti consiglieri di maggioranza – anche inefficace.
Le tasse vanno pagate e i grandi evasori puniti, ma chi rimane indietro va aiutato e sostenuto, non di certo attaccato. Il Sindaco Salvati conferma purtroppo una sua concezione punitiva e coercitiva della fiscalità, e il tentativo costante di criminalizzazione della povertà proprio da parte della sua compagine politica.
Terminata dunque la discussione sulla Ex Equitalia, abbiamo chiesto e ottenuto il rinvio al prossimo Consiglio della proposta di conferimento della cittadinanza onoraria alla Senatrice Segre, ritenendo opportuno – su tale argomento – un momento di maggiore serenità dell’aula.
Infine, il Presidente del Consiglio ha riferito circa la celeberrima vicenda delle incompatibilità: lo ha fatto in maniera del tutto vaga, non circostanziale, di certo non esauriente
In ogni caso, se siete arrivati a leggere sin quaggiù, vi sarà chiaro come a nemmeno cinque mesi dalle elezioni questa amministrazione abbia già lacerato ogni rapporto con la vita della città, rinchiudendosi in un burocratismo ottuso, in vicende di piccolo cabotaggio, in ansie di protagonismi personali.
Insomma, il mestiere e la missione di Sindaco non fanno proprio per Salvati. E su questo non c’è “osmosi” che tenga.
Maddalena Cerasuolo
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