Prosegue la rassegna di spettacoli organizzata dal maestro Franco Mantovanelli con la direzione artistica di Enzo Varone al Teatro Jovinelli di Caiazzo. Dopo il successo del primo appuntamento di apertura della stagione 2019/2020, domenica 24 novembre la sala, collocata all’interno dello storico Palazzo Mazziotti, riaprirà i battenti per ospitare la nuova brillante messa in scena della coppia di attori comici Ivan Fedele e Cristiano Di Maio, noti al grande pubblico per aver partecipato allo show ‘Made in Sud’. La pièce intitolata ‘Sala d’attesa’ porta la firma di Pino L’Abbate alla regia. La storia si svolge nella sala d’attesa di un importante azienda, la “Dream Agency”, che produce giovani artisti. Qui si incontrano e si scontrano le vite di due uomini: un poeta ed uno sceneggiatore, due persone di trent’anni circa, diverse tra loro per temperamento e storia. Giulio, longilineo ed algido personaggio. La sua infanzia è stata segnata traumaticamente da una serie di lutti che hanno oltremodo accentuato il suo temperamento schizoide, bulimico e snob, convergendo tutte le sue energie nel conseguimento del suo primario obiettivo: quello di diventare un grande poeta. Camillo, l’altro personaggio, timido, soprappeso, goffo ed impacciato, invece ha lasciato le impronte dei suoi passi incerti in un vago itinerario di cose incompiute e abbandonate; vive, figlio unico, con i genitori, eccessivamente protettivi nei suoi riguardi.
Giulio e Camillo si ritrovano giorno dopo giorno, loro malgrado, ad aspettare il fatidico colloquio con il produttore che potrà cambiare il corso della loro vita artistica e personale. Il produttore, o perché impegnato ad assistere ad anteprime di improbabili soap opere o perché colto da improvvise, quanto vaghe, intossicazioni alimentari, rimanda di volta in volta l’incontro facendo annunciare i continui rinvii alla sua segretaria, personaggio del quale conosciamo solo la voce, filtrata, probabilmente, attraverso un interfono e che ci svelerà, attraverso le confessioni che avvengono durante la storia, una condizione che cede il passo alla sua paura di vivere.
I due malcapitati da una primigenia timidezza e diffidenza, con evidenti, pur anche sfumate, tracce di schizofrenia, passano ad una confidenza sempre maggiore scoprendosi a parlare di sogni, incertezze, illusioni, delusioni fino a confessarsi manie e preoccupanti linee d’ombra della propria lacerata personalità. Camillo e Giulio da una leggerezza venata da humor si ritrovano a dar vita man mano a conversazioni i cui temi sono sempre più ruvidi. Il tutto letto in maniera lieve, con battute e sprazzi di stralunata comicità, tra una partita di sottomuro con le monetine ed il ricordo di un’infanzia segnata dal dolore, tra “merende Kolossal” e la preoccupazione per un futuro ricco di incertezze. Verso l’incontro finale con il produttore che avverrà nella penultima scena. Nel finale ritroveremo Giulio e Camillo cinque anni dopo in un fortuito rincontrarsi carico degli imbarazzi e delle incertezze che, a quanto pare, non sono riusciti a lasciarsi alle spalle. Previsto ingresso unico al costo di 10 euro.
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