Ennesimo muro contro muro nella maggioranza sulla riforma della giustizia. Sullaàprescrizioneàle posizioni di Pd e Italia Viva da una parte e M5S dallâaltra rimangono distanti. Dopo lâaccusa arrivata ieri da Luigi Di Maio che puntava il dito contro gli alleati rimproverandoli di âfare come la Legaâ e blindando lâentrata in vigore dello stop ai processi dopo la sentenza di primo grado, oggi è Giuseppe Conte a intervenire. âRispetto alla soluzione che entra in vigore a gennaio 2020, per cui laàprescrizioneàviene meno dopo una sentenza di primo grado, in questo momento non câè un particolare rischio immediato perché i nodi verrebbero al pettine dopo lâaccertamento del reato, negli anni a venireâ, dice il presidente del Consiglio. Il premier, in realtà, sottolinea anche la ânecessitàdi assicurare un sistema di garanzie adeguato per rispettare il vincolo costituzionale della durata ragionevole dei processiâ, ma sembra schierarsi con Di Maio e Bonafede: âLa norma sullaàprescrizione per me è giusto che ci sia, perché dàil segnale che in Italia le verifiche giudiziarie si completano con assoluzione o con condanna. Ma lâesigenza di corredare la norma con un sistema di garanzie sulla durata ragionevole dei processi esiste e sono convinto che con lâaccordo di tutte le forze politiche troveremo una soluzioneâ.La soluzione, però, è tuttâaltro che vicina e dal Nazareno filtra âpreoccupazioneâ. I dem sperano ancora nella mediazione di Conte, ma sottolineano come le soluzioni di mediazione fin qui prospettate da Bonafede ânon siano affatto soddisfacienti. Ribadiamo lâinvito a rinviare lâentrata in vigore della nuova prescrizione Per noi la riforma dei processi e le norme sullaàprescrizione non possono non essere affrontate assieme â dice Michele Bordo, che ha in mano il dossier e che fin qui ha partecopato a tutti i tavoli della maggioranza â Eâ davvero senza senso lâidea di procedere con lâabolizione dellaàprescrizioneàsenza prima aver verificato gli effetti prodotti dalla riforma della giustizia sulla durata dei processiâ. âDi Maio si tolga dalla testa lâidea che sia il M5s a dettare lâagenda dei provvedimenti del governo e che il Pd si limiti solo a votarli. Sullaàprescrizioneàad esempio, è fondamentale garantire tempi certi e brevi per la durata dei processiâ, gli fa eco â a muso duro â il presidente dei senatori Pd, Andrea Marcucci.Per il Nazareno, però, nonostante i buoni propositi annunciati anche da Beppe Grillo sulla tenuta dellâesecutivo, âlâatteggiamento dei cinque stelle non è cambiato. Cewrcano ogni pretesto per andare allo scontro, e così non vaâ. Anche Italia Viva è sul piede di guerra: âNon capisco cosa abbia spinto il premier Conte, su altri dossier bravo e attento, a una dichiarazione così affrettata e imprudente, ma è bene che sappia che su questo tema in Parlamento troveràla contrarietàdi tanti, la mia inclusa. Come si suol dire: No pasaran, non passereteâ, dice Gianfranco Librandi.In pressing su Pd e Iv câè poi FI che con Enrico Costa ha presentato una proposta per bloccare la riforma dellaàprescrizioneàe ora chiede a chi si dichiara contrario a quanto previsto dalla legge âSpazza corrottiâ di votare il testo. âConte e Bonafede ribadiscono che il blocca-prescrizioneàentreràin vigore il 1 gennaio 2020 e non ci saranno rinvii. A questo punto il Pd, che ha alzato le barricate, rischia di perdere la facciaâ, insiste lâex viceministro alla Giustizia. Per ora il Pd fa quadrato e punta âa risolvere la cosa allâinterno della maggioranza, senza andare a votare proposte altruiâ.ÃÂ
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