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Pozzuoli, inchiesta sulla festa ai boss scarcerati. Morra: ‘Lo Stato non può permettere questo’

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Pozzuoli. E’ stata aperta un’inchiesta sulla festa con cuochi d’artificio e canzoni neomelodiche, per “l’accoglienza” con tutti i crismi dovuti per i personaggi di rango quella di giovedì sera a Pozzuoli, nel quartiere Monterusciello, per Silvio De Luca, 41 anni, conosciuto come “Silviotto ‘o nanetto'” e Giovanni Illiano, 48, soprannominato “fasulillo” (“fagiolino”). Sulla vicenda è intervenuto stamane anche il presidente della commissione antimafia Antimafia Nicola Morra, che sul proprio profilo facebook scrive “lo stato non può permettere concertini e inni per i camorristi”. I due boss erano stati appena scarcerati e il condominio del rione di case popolari dei “600 alloggi”, una delle piazze di spaccio della zona, si è mobilitato con fuochi di artificio, fiumi di champagne e l’ esibizione di un cantante neo-melodico, Anthony, popolare nell’ambiente anche come autore di canzoni, per celebrare il ritorno dal carcere dei due boss. Canzoni dedicate a tutti i detenuti ancora in carcere. Una delle canzoni neo-melodiche più applaudite sarebbe stata dedicata ad un latitante soprannominato “‘O fantasma”. Almeno un centinaio di persone hanno preso parte alla festa. Il tutto è stato organizzato senza autorizzazioni comunali ed in spregio all’ ordinanza di divieto di fuochi d’artificio emessa dal sindaco di Pozzuoli. I due sono legati al clan Beneduce-Longobardi ed hanno scontato 10 anni di pena De Luca, ed 8 anni Illiano, entrambi per estorsione. Illiano era scampato ad un agguato proprio nel rione dei “600 alloggi”. Sull’ accaduto – che ha destato notevole clamore nella città flegrea – sono in corso le indagini dei Carabinieri, che hanno già ascoltato i primi testimoni. Unanime la condanna delle istituzioni e della società civile per l’accaduto. “Pozzuoli non è una città di camorra e provo disprezzo assoluto verso chi ha voluto omaggiare il ritorno dal carcere di membri appartenenti ai clan. Loro, i camorristi, non sono nessuno, non valgono nulla. Rovinano soltanto l’immagine di una terra e di una comunità di gente perbene che lotta ogni sacrosanto secondo per affermare regole, rispetto e legalità”, ha detto il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliolia. “C’è lo Stato, ci sono le istituzioni e le nostre porte sono sempre aperte per ascoltare tutti coloro che si trovano in difficoltà – ha aggiunto Figliolia – è grave e pericoloso avere come punto di riferimento gente che con la legalità non ha nulla da condividere. Ed e’ grave ancora di più che non si riesca a capire che in questo modo si distrugge il futuro dei propri figli”. Nei giorni scorsi il sindaco – dopo un tavolo in Prefettura per il comitato d’ordine pubblico – aveva chiesto più pattuglie in servizio sul vasto territorio puteolano.
“Camorra e neomelodici. Quello fra certe espressioni canore e camorra è un rapporto spesso perverso, in cui si consolidano nel tempo coaguli di ambiguità che vanno sciolti. Quanto avvenuto a Pozzuoli dimostra quanto si debba far attenzione ai tentativi di costruire una cultura popolare usa ad accettare la prevalenza dei simboli della criminalità organizzata di stampo mafioso sullo Stato. Concerti in piazza con dediche a detenuti ed inni a miti della camorra, fuochi d’artificio, per festeggiare la fine della detenzione di galeotti ritenuti organici ai clan di Camorra, con relativa occupazione di suolo pubblico, il tutto senza autorizzazione alcuna, questo avveniva a Pozzuoli pochi giorni fa: ce lo possiamo permettere senza battere ciglio? Lo Stato puo’ ammettere che tutto avvenga senza rilascio di alcuna preventiva autorizzazione? Che sia chiaro: le domande precedenti son evidentemente retoriche, perchè lo Stato ha il dovere/diritto di consentire o meno prima, e non di intervenire dopo a sanzionare l’affronto subito riconoscendo mestamente la sua impotenza…”.Lo scrive su Facebook il presidente della commissione antimafia Antimafia Nicola Morra.


Articolo pubblicato il giorno 3 Novembre 2019 - 10:25

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