Nasce a Portici, nel Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, il primo laboratorio in Europa dedicato alla coltivazione delle piante in ambiente spaziale. In una camera di crescita, equipaggiata con un sistema di coltivazione a ciclo chiuso in idroponica, una serie di sensori ne monitorano l’ambiente e controllano la possibilità di crescita e di sopravvivenza di ortaggi (lattughe, patate). L’osservazione consentirà di testare la sopravvivenza di una pianta anche in ambienti ostili e dunque a garantire risorse agli astronauti. Il laboratorio nasce dalla collaborazione tra l’Agenzia Spaziale Europea e il gruppo di ricerca, nell’ambito del programma MELiSSA – Micro-Ecological Life Support System Alternative, un programma di ricerca che studia i sistemi di supporto alla vita a ciclo completamente chiuso con un approccio di tipo ecosistemico. Obiettivo principale e’ analizzare e sviluppare sistemi e tecnologie per produrre cibo, rigenerare risorse vitali (acqua e ossigeno) e riciclare rifiuti organici di varia natura per missioni spaziali di lunga durata. Il laboratorio e’ stato realizzato grazie al progetto di ricerca PacMan – PlAnt Characterization unit for closed life support system – engineering, Manufacturing & testing finanziato dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA), il cui responsabile per l’Università di Napoli Federico II è la docente Stefania De Pascale: ”Ci troviamo – dice – nel primo laboratorio in Europa, uno dei pochi al mondo interamente dedicato alle piante per la colonizzazione dello spazio. Le piante sono fondamentali per la nostra vita sulla terra e quindi se vogliamo colonizzare altri pianeti, se pensiamo alle colonie future su Marte o sulla Luna, dovremmo dotarci di sistemi capaci di sostenere la vita dell’uomo”. Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana ha detto: ”Questo impianto fa parte di un grande progetto europeo che guarda allo sviluppo di tecnologie e strutture per permettere viaggi di lunga durata nello spazio senza portare dalla terra tutte le risorse necessarie”. Matteo Lorito, direttore del Dipartimento di Agraria: ”Un laboratorio innovativo dove si combina la scienza ‘dura’, la scienza seria finanziata da importanti agenzie internazionali con il fascino di una visione che va verso l’esplorazione, la vita al di fuori del pianeta terra. Un qualcosa di estremamente importante che contribuirà alle future missioni spaziali’.
”L’ateneo oggi mettendo in campo le sue grandi competenze nei vari settori, si dimostra all’avanguardia perché i suoi contributi scientifici sono temi fondamentali del futuro che e’ quello della conquista dello spazio e della possibilità di dare un supporto vitale agli astronauti con colture che vengono effettuate in ambiente spaziale”. All’incontro anche Valeria Fascione, assessore regionale campano con delega alle Start up: ”Siamo orgogliosi che la comunità di ricercatori e docenti del Dipartimento di Agraria abbia dato un contributo cosi’ importante non solo per il fatto in sé, per avere cioè qui una facilities che permetterà di raggiungere nuove frontiere tecnologiche, ma anche perché siamo sempre più legati alla comunità internazionale su queste frontiere: quando parliamo di spazio è importantissimo far parte di una comunità internazionale perché parliamo di valori importanti, condivisi che sono patrimonio di tutti”.
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