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Napoli, la Fials: ‘Rivedere la richiesta di archiviazione dell’aggressore del Santobono’

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Napoli. La richiesta di archiviazione della Procura di Napoli nei confronti dell’aggressore di un infermiere dell’ospedale Santobono sta scatenando da due giorni numerose polemiche. E sulla vicenda è intervenuto anche il sindacato Fials che attraverso il responsabile dell’Asl napoli 1, lello pavone ha inviato una lettera aperta ai ministri degli interni, della Salute, al Presidente della regione Campani, al Sindaco di Napoli e alla stesa Procura di Napoli. “…Siamo rimasti basiti e sconcertati dalla sentenza della procura di Napoli, che vede l’archiviazione di un gravissimo episodio di aggressione a personale sanitario, che ha visto protagonista un infermiere picchiato con diagnosi definitiva di frattura della mano e danni permanenti”, scrive pavone. E poi aggiunge: “La sentenza infatti parla di archiviazione con la scusante che chi ha aggredito il povero collega di turno era in quel momento in un forte stato d’ansia a causa della situazione in cui versava il suo familiare, in questo caso una bambina definita tra l’altro al triage dell’ospedale Santobono di Napoli codice bianco, e già addirittura visitata. Fermo restando che secondo noi episodi di aggressione e di violenza non possono mai essere giustificati, nel caso specifico l’ansia che è un fenomeno che pure interessa tutti quelli che hanno e vivono un’esperienza di questo tipo e che accompagnano un familiare in un qualsiasi ospedale non si tramuta sempre in aggressioni, vi è una stragrande maggioranza della popolazione che riesce a controllarsi e a portare comunque rispetto per il lavoro di medici e infermieri, questa sentenza rappresenta dunque uno schiaffo, è una mancanza di rispetto ai tanti cittadini che nonostante questo stato di alterazione non trascende in episodi di violenza di questo tipo, e rispetta leggi e normative. Quindi l’ansia non può essere in nessun modo una scusante, inoltre questa sentenza va contro i tanti sforzi che tutte le forze sociali e istituzionale partendo dal parlamento della repubblica italiana, passando per le regioni, i comuni, le stesse prefetture, le organizzazioni sindacali fino ad arrivare alle varie direzioni generali degli ospedali e delle ASL, stanno mettendo in campo per cercare di combattere e ridurre questo annoso fenomeno, un fenomeno in continua crescita che questa sentenza siamo sicuri continuerà ad alimentare, mettendo sempre più a rischio i tanti colleghi medici, infermieri, operatori e tecnici che tra mille difficoltà e l’atavica carenza di personale che si vive nel nostro sistema sanitario cercano di portare avanti il nostra gloriosa Sanità pubblica. Come organizzazione sindacale chiediamo alle varie forze politiche, sociali e istituzionali di cercare di far rivedere questa sentenza della Procura di Napoli, perché significherebbe tornare indietro sulla battaglia che tutti insieme stiamo cercando di portare avanti e di vincere sulle aggressioni in sanità, di continuare ancora più convinti e spediti sulla strada intrapresa dell’eliminazione completa di questo fenomeno e della salvaguardia del personale sanitario, soprattutto in una città come Napoli dove la violenza purtroppo c’è ne tanta e non ha bisogno di nessuna scusante”.


Articolo pubblicato il giorno 18 Novembre 2019 - 07:01

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