Gli ammutinati del NAPOLI rischiano sanzioni pecuniarie fino al 25% dello stipendio lordo mensile. Lo ha spiegato l’avvocato Pierfilippo Capello, intervenuto in collegamento telefonico a “Sky Sport24”. Secondo Capello il datore di lavoro, il presidente del NAPOLI Aurelio De Laurentiis, ha davanti a sè due opzioni. La prima prevede l’applicazione di una multa equivalente al 5% dello stipendio mensile del giocatore. Si tratta di una sanzione comminata in automatico, contro la quale il calciatore può presentare ricorso. La seconda prevede che il club si attivi davanti al collegio arbitrale, chiedendo una multa che può arrivare fino al 25% dello stipendio lordo mensile (pari al 50% dello stipendio netto). Secondo Capello quest’ultima opzione è però difficilmente percorribile per la complessità dell’azione legale, da rivolgere a tutti i singoli giocatori della rosa (non è possibile attivare un’azione legale collettiva). Secondo l’esperto in diritto dello sport dello studio legale Osborne Clarke i tesserati del NAPOLI (come quelli di tutte le altre società) sono a tutti gli effetti lavoratori dipendenti, vincolati dall’accordo collettivo tra Aic (che rappresenta gli interessi dei calciatori) e Lega Serie A (che rappresenta gli interessi dei club). Questo accordo, che viene rinnovato di anno in anno, impone diritti e doveri ai tesserati. Capello spiega come tra i doveri dei calciatori, ci sia quello di attenersi alle indicazioni della società per quanto riguarda le indicazioni agonistiche (l’imposizione del ritiro fa parte delle indicazioni agonistiche). Paradossalmente i giocatori potrebbero scioperare, ma non sottrarsi a tali indicazioni senza giustificazioni e motivazioni.
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