Napoli.”Noi siamo unicamente proiettati su Napoli e sui napoletani. Guarderei avanti, poi ognuno fa le sue valutazioni e può condividere o meno le scelte ma noi abbiamo il dovere di lavorare e chi è subentrato ha il diritto di essere rispettato”. Con queste parole il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, è tornato sulle polemiche che sono scaturite a seguito del rimpasto di Giunta ufficializzato martedì scorso. De Magistris, nel sottolineare che ”l’amarezza espressa da alcuni fa parte dei sentimenti umani”. Dai cambi la Giunta ”esce rafforzata. Ringrazio chi ha lavorato fino ad ora e mi auguro che la maggior parte di loro, se non tutti, restino nella squadra perché se si crede in un progetto non lo si sostiene solo quando si ha una poltrona”. Il sindaco ha riferito di aver incontrato oggi nel suo ufficio l’ex assessore Laura Marmorale, di avere parlato telefonicamente con l’ex assessore Roberta Gaeta e di avere un rapporto ”bellissimo” con gli altri due ex assessori Nino Daniele e Mario Calabrese. E’ una polemica che deve rientrare perché l’amministrazione comunale di Napoli non ha alcun sentimento antisemita né é contro la cultura ebraica o il popolo ebreo. Anzi vorrei sottolineare che le nostre posizioni dure nei confronti dei Governi israeliani, che tali continueranno fino a quando non cambieranno le cose, non hanno nulla a che vedere con il popolo. Se un Governo continua a non riconoscere la Palestina come uno Stato e ad occupare in modo assolutamente errato la terra di altri, dalla parte del torto non c’e’ Eleonora De Majo ma il Governo israeliano”. Ha spiegato ancora de Magistris, intervenendo sulle critiche che sono arrivate ieri al suo neo assessore alla Cultura da parte della Comunità ebraica napoletana. De Magistris ha rivendicato l’impegno nei fatti della sua amministrazione in memoria dell’Olocausto ”rispetto ad altre amministrazioni che godevano anche del plauso della Comunità ebraica cittadina e che non hanno fatto niente”. Il sindaco ha citato l’esempio della cancellazione di piazza Gaetano Azzariti, magistrato e presidente del Tribunale della razza, intitolata a Luciana Pacifici, bimba di pochi mesi deportata nei campi di concentramento. ”A noi interessano i fatti non le parole – ha aggiunto – e saremo sempre in difesa del popolo palestinese fino a quando non ci saranno due popoli e due Stati. Questo non significa essere contro qualcuno, ma per. Pertanto – ha concluso – sono polemiche che respingiamo perché Napoli é città della pace in cui si vuole far stare insieme tanto la comunità israeliana quanto quella palestinese”.
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