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Musica. Giovane Giovane live alla Fonoteca di Napoli sabato 30 novembre

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<br>Per la prima volta a Napoli dalla pubblicazione di JUGOSLAVIJA, il suo disco d’esordio uscito per Goodfellas/Mistress Records, il cantautore livornese Giovane Giovane porterà il suo live acustico alla Fonoteca sabato 30 novembre 2019.
Per la data 0 del suo tour invernale, che comincerà proprio a Napoli, GG presenterà le canzoni che compongono il suo album,  le quali parlano di relazioni, città, province, terrazzi da cui si vede il mare e persone che se ne vanno; di dischi masterizzati e personalità multiple, di Sarajevo e figli e cani mai avuti. In più, presenterà la sua collaborazione con l’autoproduzione editoriale This Is Not a Love Song (https://thisisnotalovesong.it/), grazie alla quale sono state stampate due cassette illustrate, disegnate dall’illustratrice Chiara Lu, dei singoli Luigi e Ci Sono Molti Me.
Giovane Giovane abita a Roma ma viene dalla provincia, da un posto della provincia livornese che si affaccia sul mare e sul quale si affaccia una fabbrica gigantesca che dà il nome al posto.
JUGOSLAVIJA, il suo disco d’esordio, pubblicato ad aprile 2019 da Mistress Records / Goodfellas, contiene 10 canzoni che parlano di relazioni, città, province, terrazzi da cui si vede il mare e persone che se ne vanno; di dischi masterizzati e personalità multiple, di Sarajevo e figli e cani mai avuti.
Luigi, il primo singolo estratto dal disco e illustrato nella cassettina di Chiara Lu, pubblicato nei “Fuori Collana” di TINALS, esce in anteprima su Rolling Stone, che lo descrive con queste parole: “Nel video, girato da Lorenzo Muto, protagonista assoluta è la provincia, «qualsiasi provincia come una qualsiasi città o paese della Jugoslavia, dal quale si vuole solo scappare, o rimanere». E tra palestre comunali, trattorie di fiducia, cimiteri e parcheggi, Giovane Giovane resta fermo in silenzio come una specie di osservatore-freak.
La storia della Jugoslavia è quella che accomuna quasi ogni relazione, e che, con quasi ogni relazione, condivide le fasi più importanti – una serena convivenza, i primi segnali di intolleranza, lo scontro, la disgregazione, il termine del conflitto.
Il momento su cui si pone meno l’attenzione è quello della fine del conflitto – come in Ex Jugoslavia, una guerra relazionale non finisce mai quando si dichiara finita, ma si porta sempre dietro strascichi che necessitano di tempo per esser dimenticati.
Come in Jugoslavia, ogni storia lascia feriti e macerie, ogni guerra uccide anche il ricordo di quello che è stato in passato, ogni disgregazione è necessaria e dolorosa, e ci sarà sempre qualcuno che, nei periodi successivi, la rivendicherà o guarderà al passato con nostalgia.
(ph. Liliana Ricci)


Articolo pubblicato il giorno 22 Novembre 2019 - 16:53

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