E’ calato in serata il livello dell’acqua che ha allagato via Ripuaria, causata dallo straripamento del fiume Sarno presso la foce, a Castellammare di Stabia ma è stata una giornata difficile. Alcune famiglie, infatti, sono state allontanate e messe in sicurezza con un intervento dei vigili del fuoco giunti sul posto con un mezzo anfibio e con la squadra di subacquei. La Protezione civile sta operando dalla notte scorsa per sorvegliare gli ingressi della strada allagata, dove l’acqua ha superato all’alba il livello di 60 centimetri, mettendo in difficolta’ gli automobilisti. Qualcuno e’ rimasto impantanato nel fango e nell’acqua. Disagi per il maltempo si sono registrati anche in altre località della Campania. Nella città di Napoli, in particolare, è stata decisa la chiusura al traffico della parte alta di via Petrarca, tra i civici 35 e 93, a causa del pericolo di crollo degli alberi e dei rami. Difficoltà per la pioggia incessante si lamentano anche nel Casertano, soprattutto lungo la fascia domiziana, dove alcune aziende agricole e zootecniche sono rimaste allegate. E appena le condizioni meteo lo consentiranno si avvierà la conta dei danni, che ad una prima stima sono notevoli. Fino a mezzanotte la Protezione civile ha previsto l’allerta arancione su gran parte del territorio regionale ovvero sulla piana Campana, Napoli, isole, area Vesuviana, sulla penisola Sorrentino-Amalfitana, sui monti di Sarno e monti Picentini, sulla zona del Tusciano e dell’alto Sele), sulla piana del Sele e l’alto Cilento), e sul basso Cilento. E’ gialla sulle restanti zone. La Protezione civile della Regione Campania, alla luce delle precipitazioni in atto e della saturazione dei suoli dovuta al perdurare delle piogge, ha prorogato la criticità fino alle 14 di domani stimando un rischio idrogeologico localizzato con codice colore giallo. Il fiume Sarno, come detto, soprattutto nella zona della foce resta “sorvegliato speciale” anche nelle prossime ore. Gli abitanti di via Ripuaria hanno postato sui social lo stato di emergenza in cui sono costretti a vivere in queste ore e affermano di essere stati “abbandonati”. A loro, dicono, era stato promesso un intervento risolutivo con il dragaggio del fiume Sarno.
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