In diretta su Radio CRC, è intervenuta Marika Matuozzo, cugina di NORINA Mattuozzo, la 33enne uccisa a Napoli dal marito Salvatore Tamburrino, un ex sorvegliato speciale affiliato al clan di camorra dei Di Lauro e da qualche mese diventato collaboratore di giustizia: “Noi chiediamo giustizia. Non è possibile che il marito, dopo essersi pentito, possa cavarcela con pochi anni di carcere. NORINA è stata uccisa in quanto donna, la camorra non c’entra nulla. Domani, con la fiaccolata, proveremo a metterci la faccia e chiediamo aiuto a tutti, proprio per aiutarci e chiedendo giustizia tutti assieme. Dopo due ore dall’omicidio di NORINA, Marco di Lauro fu catturato e tutta l’attenzione mediatica fu rivolta a lui, senza mai citare il femminicidio in quanto tale. Chiediamo giustizia per tutte le donne vittime di violenza domestica. Fino a qualche settimana fa nessuno conosceva NORINA e la sua storia, ma grazie ad un associazione siamo riusciti a far emergere tutta la storia. Speriamo che le istituzioni giudichino il suo ex marito come un uomo che uccide la propria moglie. Quantificare in somma di denaro la vita do una perdona è impossibile. i miei zii vogliono rifiutare, ovviamente. Non è normale risarcire del danno. Lui ha fatto tutto perché sapeva di poter prendere l’ergastolo, e non per vero pentimento. Chiediamo che NORINA venga giudicata diversamente”. Nella stessa trasmissione è interventuta anche , la giornalista e scrittrice Giuliana Covella che ha spiegato: “La storia di NORINA è un ennesimo femminicidio, e non come è stato descritto, ovvero inserito in un omicidio di camorra. Questo ci dà l’esempio di come le istituzioni non siano presenti e quanta poca attenzione ci sia ancora sul fenomeno. NORINA è stata ammazzata dal marito in un ambiente malavitoso, ma altro non è che l’ennesimo femminicidio”. E aggiunge: “Giustizia, in questo caso, non può esserci. Collaborare con i magistrati è solo un pretesto per avere ulteriori sconti di pena. Quello che mi ha colpito dei fratelli di NORINA è proprio il fatto che loro ricordassero le raccomandazioni che le facevano. Inconsapevolmente lei, un po’ come tutte le donne, sapeva il rischio che correva. NORINA aveva saputo del tradimento del marito perché la stessa ex amante glielo aveva comunicato e, paradossalmente, lui cosa ha fatto? La uccide. La sopraffazione, la violenza sulla donna, tipiche del camorrista, non vengono accettati dalla donna che muore, uccisa. Alla base c’è il rispetto reciproco tra le persone. Non c’è superiorità tra uomo e donna, ma questo non accade”.
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