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Il Premio Nobel per la Fisica Arthur Mc Donald all’Università di Napoli parla della Materia oscura

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Materia oscura, il lavoro dei fisici italiani e gli esperimenti attualmente in corso nel mondo.

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Sono i temi su cui verterà la conferenza di Arthur Mc Donald, Premio Nobel per la Fisica 2015, in programma il 12 novembre 2019, alle 16.30, nell’Aula Carlo Ciliberto del Complesso dell’Università degli Studi di Napoli Federico II di Monte Sant’Angelo.

L’incontro rientra nella VII edizione del ciclo di conferenze Antonio Barone Lecture, nel programma F2 Cultura dell’Ateneo federiciano, che vuole onorare la memoria del fisico napoletano Antonio Barone (1939-2011).

Sarà il Rettore della Federico II, Gaetano Manfredi, insieme al Presidente della Scuola Politecnica e delle Scienze di Base, Piero Salatino, e al Direttore del Dipartimento di Fisica Ettore Pancini, Leonardo Merola, a dare inizio ai lavori. Sarà, invece, Giuliana Fiorillo, del Dipartimento di Fisica e della locale sezione dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, a introdurre la conferenza di Arthur Mc Donald.

L’evento dal titolo “Understanding our Universe from Deep Underground” si soffermerà sui molti esperimenti attualmente in corso nel mondo che cercano di rivelare e caratterizzare le particelle che costituiscono la materia oscura. Un’elusiva componente della natura che sembra costituire oltre il 30% della massa dell’Universo. In particolare, nel corso della conferenza, il Premio Nobel Mc Donald parlerà di alcuni esperimenti di punta che vedono coinvolti in prima persona, e in ruoli di responsabilità, i fisici napoletani.

L’importanza del contributo campano all’esperimento è attestata, oltre che dalla presenza a Napoli di Arthur Mc Donald, anche dal fatto che il Meeting Internazionale della Collaborazione si svolge dall’11 al 15 novembre presso il Complesso dei Santi Marcellino e Festo della Federico II.

“DarkSide è una collaborazione internazionale che mira alla scoperta della materia oscura con un rivelatore basato su una grande massa bersaglio di argon liquido. Il rivelatore è installato sotto una spessa coltre rocciosa all’interno dei Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN e rappresenta una vera e propria sfida scientifica e tecnologica – evidenzia la professoressa Fiorillo -. Per la realizzazione dell’esperimento DarkSide-20k, la collaborazione, che conta più di 350 ricercatori provenienti da 65 istituzioni internazionali in 14 diversi paesi del mondo, ha introdotto molte tecniche avanzate: da queste ci attendiamo impatti positivi sulle economie locali del Mezzogiorno d’Italia. DarkSide-20k è infatti caratterizzato da una peculiarità tecnologica unica per questo tipo di esperimenti: perla prima volta i rivelatori di luce tradizionali sono sostituiti da rivelatori al silicio, i cosiddetti Silicon PhotoMultipliers (SiPMs), interamente disegnati e prodotti all’interno di una filiera italiana. La produzione avviene in Abruzzo: dapprima i SiPMssono prodotti nella fonderia di silicio LFoundry, selezionata da INFN, per poi essere assemblati all’interno della “Nuova Officina Assergi”, una struttura per la produzione di rivelatori su larga scala che sarà a breve realizzata da INFN e Regione Abruzzo presso LNGS. Successivamente i rivelatori verranno inviati a Napoli, per la completa caratterizzazione a temperature criogeniche nel laboratorio CRYOLAB allestito con il contributo di INFN e della Regione Campania presso il dipartimento di Fisica Ettore Pancini dell’Ateneo Federico II”.


Articolo pubblicato il giorno 11 Novembre 2019 - 19:52

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