I sindaci hanno sottoscritto “Il Manifesto” che la Fondazione Grande Lucania ha elaborato in collaborazione con la Banca del Cilento e l’Università degli Studi di Salerno. Un piano per la crescita economica del Mezzogiorno messo nero su bianco con diecidettagliate proposte per lo sviluppo delle aree interne del territorio a sud di Salerno. Un documento che ha dato vita al “Manifesto del Mezzogiorno” e consegnato al premier nell’ambito del convegno, organizzato dalla Fondazione Grande Lucania e promosso dal senatore M5S Franco Castiello, che si è svolto ieri pomeriggio all’auditorium De Berardinis di Vallo della Lucania.
Ad accogliere il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte centinaia di persone, tra cui il sindaco della città di Vallo della Lucania, Antonio Aloia, il presidente del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni Tommaso Pellegrino, il vescovo della Diocesi di Vallo della Lucania, Mons. Ciro Miniero, quello della Diocesi di Teggiano Policastro, Mons. Antonio De Luca, l’assessore regionale al Turismo Corrado Matera, il vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, il Prefetto di Salerno, Francesco Russo, e poi Roberto Parente, professore dell’Università di Salerno e membro del comitato scientifico della Fondazione Grande Lucania e il sindaco di Sala Consilina, Michele Cavallone
Le proposte sintetizzate nel Manifesto illustrate dal Senatore Castiello M5 stelle:
– «Abbiamo bisogno di mettere mani alla legge 158 del 2017 sui piccoli Comuni, una legge fatta molto bene però da libro dei sogni, una copertura finanziaria di 15 milioni l’anno, circa 4mila euro a comune con cui riqualificare centri storici, aprire centri di cultura, centri di vendita di prodotti di enogastronomia. E’ un libro dei sogni, la legge è buona ma ha una copertura finanziaria irrisoria. Bisogna ritornare su questa legge, darle una copertura finanziaria che sia più consistente e seria e concentri gli obiettivi, gli interventi a pioggia non sortiscono effetti.
– Bisogna creare una gerarchia tra comuni in base ai bisogni all’incidenza da spopolamento.
– Per quanto riguarda le infrastrutture c’è da sottolineare che Cilento e Diano vivono come separati in casa, appartengono allo stesso contesto culturale, geografico ed economico ma non abbiamo vie di comunicazione.
– Serve creare la via del Parco, una strada di collegamento veloce tra Cilento e territorio valdianese.
– Bisogna poi creare il museo archeologico statale di Velia, l’antica Elea, patria della scuola eleatica, la più grande scuola di pensiero dell’Occidente, precursore della scuola medica salernitana.
– Di fronte a tanta storia e civiltà, non è concepibile che i reperti di Velia siano chiusi in cassoni – ha detto Castiello rivolgendosi a Conte – non si riesce da decenni a fare il museo archeologico di velia che sarebbe un grande attrattore culturale e turistico.
– Abbiamo bisogno di infrastrutture non è possibile che abbiamo su 1583 chilometri complessivi dell’alta velocità solo 181 chilometri a sud. I Frecciarossa muoiono come servizio viaggiatori a Salerno ma i ferrovieri vanno a dormire a Battipaglia. Che vantaggio avremmo se il capolinea operativa fosse Battipaglia? Sicuramente molti per il traffico, il parcheggio ecc. Sarebbe una grande conquista.
– Al Vallo di Diano è stata fatta un’autentica cattiveria, estinguendo il tribunale di Sala e chiudendo le carceri e negando l’istituzione di un commissariato di Polizia mentre la Dia nelle sue relazioni semestrali avverte che il Vallo di Diano e in parte il Cilento sono diventate zone fortemente attenzionate dai criminali. Stiamo per essere stritolati da un tentacolo di una piovra che scende dal nord, dall’agro nocerino sarnese, per ricongiungersi all’altro tentacolo che viene da sud, la ‘ndrangheta dalla provincia di Cosenza. Cosa facciamo? Chiudiamo questi presidi di legalità e tutela? Significa offrire il Vallo di Diano all’indiscriminato dominio delle organizzazioni criminali. – e ha concluso – La nostra battaglia possiamo vincerla, perché il presidente Conte è un nostro grande e potente alleato. Speriamo che le nostre proposte si trasformino in realtà progettuale in occasione della prossima redazione del piano straordinario decennale del Mezzogiorno».
Gustavo Gentile
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