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Grande successo per il maestro del cinema italiano Pupi Avati che si racconta nel primo appuntamento di “Maestri alla Reggia” nella sfavillante cappella Palatina

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Il regista bolognese, nell’intervista moderata dal giornalista Fabrizio Corallo, ha affascinato e incuriosito tutto il pubblico con i sui racconti e le sue storie legate al cinema italiano e non solo. Partendo dai suoi interessi musicali, coltivati in gioventù, il regista ha ricostruito con toni ironici il contesto in cui si era sviluppata la sua passione per il cinema. Un ragazzo timido con un’adolescenza complicata in una città “provinciale” come Bologna dove era necessario costruirsi una precisa identità ed emergere con quella. Un’identità forte quella di Pupi Avati che comincia a delinearsi prima con l’approccio alla musica jazz e poi con l’incontro con il grande Lucio Dalla che proprio con il suo “straordinario, commovente talento, poetico e non soltanto musicale” era riuscito a spingerlo a mettere in luce la sua vera attitudine, quella cinematografica. Da lì una splendida carriera per il regista bolognese fatta di tanti successi, premi, incontri con i maestri del cinema e collaborazioni di grande rilevanza.
In chiusura Pupi Avati ha lanciato un bellissimo messaggio a tutto il pubblico dicendo quanto sia importante l’intraprendenza con un talento di base che va coltivato sempre. “Dobbiamo trovare qualcosa che metta in luce noi chi siamo” ha detto il regista considerando che proprio in questi anni molte persone fanno scelte di convenienza a causa delle difficoltà lavorative. “Fino all’ultimo giorno dobbiamo dire chi siamo attraverso quello che facciamo”.


Articolo pubblicato il giorno 2 Novembre 2019 - 19:10

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