Sarno. Il sindaco di Sarno Giuseppe Canfora ha ordinato in via precauzionale l’evacuazione dei residenti dell’area pedemontana. Il provvedimento, scattato alle 9, sta riguardando circa 200 persone. La decisione è stata presa in virtù di quanto accaduto domenica notte, quando le strade del centro storico sono state invase da fango e detriti venuti giù dal versante del monte Saretto, devastato da un incendio lo scorso 20 settembre. I cittadini residenti nell’area interessata dall’ordinanza (via Pietro Nocera, vicolo Orefice, via Mortaro e vicoli adiacenti, vicolo San Martino, vicolo Tre Corone) hanno già lasciato le proprie abitazioni: una parte si è recata nei locali dell’istituto Baccelli in via Matteotti dove è stato allestito un centro di accoglienza, mentre un’altra parte è stata ospitata da familiari o amici. Il provvedimento resterà in vigore per tutta la durata dell’allerta meteo: l’ultimo avviso diramato dalla Protezione Civile regionale, infatti, ha segnalato una criticità arancione e il peggioramento delle condizioni meteorologiche con rovesci temporaleschi di forte intensità a partire dalle 12 di oggi e per le successive ventiquattr’ore. “Sono vicino ai miei concittadini, ai bambini, agli anziani, ai disabili. Vi sono vicino prima come uomo e, poi, come sindaco” le parole che il primo cittadino di Sarno, Giuseppe Canfora ha affidato al suo profilo Facebook. “La nostra storia ci ha insegnato a non sottovalutare certe situazioni, ad avviare tutte le misure precauzionali del caso. Purtroppo, l’incendio di settembre ha reso ancora più fragile il nostro territorio. Un atto criminale, ignobile, che non smetterò di condannare in ogni sede possibile, perchè contro la nostra città che ha pagato con la vita di 137 persone gli scempi all’ambiente” ha affermato il sindaco, ricordando sia la tragica alluvione che nel maggio 1998 colpì la città dell’Agro Nocerino Sarnese sia quanto accaduto lo scorso 20 settembre quando la collina del Saretto fu devastata da un incendio – provocato da un gruppo di ragazzini – che ha distrutto oltre venti ettari.
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