In Campania le uniche iniziative intraprese per provare a contenere i danni provocati dai cinghiali all’agricoltura sono tese a sollecitare il mondo venatorio. Abbiamo contadini che non seminano più perché sanno che è inutile, con un danno ingente in particolar modo per le aree interne, già alle prese con il dissesto idrogeologico per la mancata cura e salvaguardia dei terreni. Nonostante gli ingenti fondi stanziati in favore del Centro di Riferimento di Igiene Urbana Veterinaria, la soluzione al fenomeno viene praticamente dalla Regione, confidando esclusivamente nel buon esito di battute e stagioni di caccia. La caccia non può essere una soluzione. L’istituto zooprofilattico sta sperimentando da tempo una pillola anticoncezionale per i cinghiali e Legambiente ha avanzato proposte su cattura e sterilizzazione. Ipotesi da prendere in considerazione nell’ambito di una più ampio strategia per la risoluzione del problema”. Così il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Michele Cammarano, a margine del question time sull’adozione di Piano di gestione e controllo del cinghiale.
“La giunta in aula, oltre a confermare la totale inattività sul tema, ha garantito che il nuovo piano faunistico sarà pronto al più presto. E’ quanto auspichiamo, soprattutto perché dopo quattro anni di gestione De Luca siamo ancora fermi al palo. L’abbattimento della fauna nociva non può essere ricondotto al solo esercizio dell’attività venatoria”.
Articolo pubblicato il giorno 8 Novembre 2019 - 18:13