“La Lega si conferma il primo partito con il 34,3%, in crescita di 3,5%, seguito dal M5s con il 17,9%, in calo di 2,9%, e dal Pd che arretra di 2,3%, attestandosi al 17,2%. A seguire Fratelli d’Italia (9,8%) che da fine agosto nei SONDAGGI ha sorpassato Forza Italia, oggi al 6,2% alla pari di Italia viva che fa segnare un aumento dell’1,4%. Da segnalare infine la crescita di Europa Verde che passa dall’1,2% al 2,2% e la flessione delle forze di Sinistra dal 2,8% all’1,7%”. Sono i dati del sondaggio Ipsos che, per il Corriere della Sera, ha analizzato gli orientamenti di voto all’indomani del voto in Umbria. Spiega Nando Pagnoncelli nella sua analisi sull’impatto del risultato delle regionali sugli orientamenti a livello nazionale: “analogamente ai giudizi sui leader e come da tradizione, premiano chi ha vinto e penalizzano chi ha perso le elezioni, confermando il famoso aforisma di Ennio Flaiano, che dipingeva gli italiani come un popolo abituato ad andare in soccorso al vincitore”.”Le opinioni degli italiani – aggiunge Pagnoncelli – sono più nette riguardo alle prospettive future dell’esecutivo: infatti il 56% prevede che dopo la sconfitta dell’alleanza Pd-M5S in Umbria, il governo affronterà qualche difficoltà ma non entrerà in crisi, mentre il 17% si aspetta la conclusione dell’esperienza giallorossa. Dopo un mese caratterizzato da una progressiva crescita dell’apprezzamento del governo, le valutazioni odierne fanno segnare un arretramento significativo rispetto a 3 settimane fa (-7 punti): il 36% esprime un giudizio positivo, mentre il 50% dà un giudizio negativo, di fatto riportando il gradimento al livello registrato all’inizio del mandato”. Quanto ai leader, le valutazioni su Conte, osserva Pagnoncelli, “si mantengono sostanzialmente stabili rispetto a tre settimane fa: il 48% esprime apprezzamento per il premier contro il 43% di giudizi negativi”, mentre “Salvini e Meloni fanno segnare una crescita significativa, rispettivamente di 5 e 7 punti, attestandosi il primo al 40% e la seconda al 36%; Renzi è in lieve crescita (dal 12% al 14%)” e “Di Maio e Zingaretti arretrano di 5 e 7 punti, risultando graditi al 21% e al 16% degli elettori. Berlusconi risulta stabile al 15%”.
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