La Campania, secondo i numeri del rapporto, guida la classifica del cemento illegale con 1.169 infrazioni, davanti alla Calabria (789), che ha pure il record di arresti (21), Puglia (730), Lazio (514) e Sicilia (480). Il Veneto è la regione del Nord leader della classifica con 306 infrazioni. A livello provinciale, Avellino è in testa alla classifica con 408 reati, seguita da Napoli (317), Cosenza (261), Salerno (243) e Reggio Calabria (203).
In Campania le demolizioni lungo il litorale negli ultimi 15 anni non arrivano neanche al 2%. Peggio fanno solo il Molise (fermo a zero) e le Marche (dove si sfiora l’1%), ma chiaramente con dati quantitativi molto diversi: la Campania guida, infatti, la classifica delle regioni per numero di ordinanze emesse, sia nei comuni costieri che nei comuni dell’entroterra, ma ha demolito solo il 3%. Se prendiamo in considerazione solo gli abusi realizzati lungo la costa si contano ben 11.092 ordinanze emesse e solo 220 quelle eseguite.
In Calabria siamo al 5,2% e in Puglia al 6,4%. Tra le regioni del Sud, fa eccezione la Sicilia, che arriva a una percentuale del 15% nel rapporto tra ordinanze di abbattimento emesse e realmente eseguite. La performance migliore, secondo l’elaborazione di Legambiente, è del Friuli-Venezia Giulia, con il 45%.
«Siamo di fronte a una pagina vergognosa della storia italiana che ha prodotto e alimentato illegalità e ha cambiato i connotati a intere aree del Paese – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente –. Non c’è altra soluzione, contro gli abusi edilizi il migliore deterrente sono le demolizioni e non certo nuovi condoni come fatto con il Decreto Genova lo scorso anno per la ricostruzione post terremoto nel cratere del centro Italia e per Ischia con 28mila abusi edilizi da sanare.
L’unica soluzione, spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, è che «la titolarità delle demolizioni, unico vero deterrente alla nascita di nuovi abusi, vada tolta dal controllo dei comuni, ma sia per legge avocata allo Stato, nella figura dei prefetti».
Gustavo Gentile
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