Castellammare. Il Tribunale di Torre Annunziata, giudice monocratico dr. Luca Della Ragione, al termine di una lunga e complessa istruttoria processuale ha assolto con formula piena dalle accuse di falso, abuso d’ufficio e turbativa d’asta, l’ingegnere Pietro Di Napoli, ex dirigente del Settore Urbanistica del Comune di Castellammare di Stabia durante la giunta del sindaco Salvatore Vozza.
Con lui sono stati assolti anche i componenti della commissione di gara, gli ingegnieri Vincenzo Di Donna e Luigi Di Micco, insieme con il Rappresentante Legale dell’ATI Casillo aggiudicataria dell’appalto, poi revocato dalla giunta Bobbio.
Con la sentenza assolutoria si dissolvono le presunte irregolarità sulla procedura riscontrate dalla Commissione prefettizia, insediatasi nel novembre 2009 a Palazzo Farnese, così come i sospetti avanzati sulle procedure di appalto al tempo della giunta Vozza, attraverso le innumerevoli e ripetute denunce che un pezzo dell’opposizione aveva fatto giungere nel 2007 sul tavolo della Procura della Repubblica di Torre Annunziata. Per i dettagli dell’assoluzione sugli undici capi di imputazione contenuti nel rinvio a giudizio occorrerà attendere il deposito delle motivazione entro novanta giorni. “È davvero una bella notizia la sentenza assolutoria per Piero Di Napoli”, commenta l’ex sindaco Vozza. Dunque non vi fu turbativa d’asta, abuso d’ufficio, né falso nella gara d’appalto dei lavori del Contratto di Quartiere in località Savorito.
“La sentenza rende pienamente giustizia a un tecnico onesto, serio, capace”, spiega ancora l’ex sindaco e parlamentare stabiese. E poi aggiunge: “Per chi come me che l’ha avuto al suo fianco, quando ricoprivo la carica di Sindaco, è la conferma – mai venuta meno – del valore del dirigente di un settore delicato come quello dell’Urbanistica. Ringrazio sinceramente Piero per come ha lottato in questi lunghi, pesanti e amari anni affinché emergesse la verità e per come, senza alzare polveroni, ha saputo difendersi nel processo riponendo piena fiducia nella Magistratura. È una sentenza che, inoltre, rende giustizia non solo per lui ma per tutti coloro i quali – donne e uomini – hanno lavorato duramente per la nostra bella città. Grazie Piero”.
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