Cultura

Carlo Verna: ‘Il Giornalista è un mediatore tra la fonte e il pubblico’

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Carlo Verna, il Presidente dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti. Afferma “Il Giornalista e’ un mediatore tra la fonte e il pubblico”. Napoletano di origine, inviato speciale e conduttore del TG Campania della Rai. Nel 1976 ha concluso gli studi classici, diplomandosi al Genovesi di Napoli col massimo dei voti, nel 1981 si è laureato, con 110 e lode, in Giurisprudenza all’Università Federico II. Nello stesso anno ha vinto il concorso per una borsa di studio alla Rai, dove è stato definitivamente assunto nel 1986 ai servizi giornalistici, dopo esperienze anche come programmista-regista. Presidente Carlo Verna, lei e’ l’orgoglio Napoletano, ci parla di questa importante carriera da Giornalista, le prime soddisfazioni. Ci parla anche dei problemi che sono nati di recente nel settore Giornalismo ? Le soddisfazioni sono tante, ma anche la fatica e’ stata tanta. Le soddisfazioni tante, perche’, la piu’ grossa e’ quella di aver trasmesso da tutti i continenti del mondo, “anche contandone 6, anziché 5”, ovverosia America del Sud e del Nord. Chiudendo proprio con Rio de Janeiro l’ultima Olimpiade e’ stata la mia settima Olimpiade, adesso non so’ se andro’ a Tokyo, perche’ dipende anche dagli impegni istituzionali come Presidente dell’Ordine nazionale dei Giornalisti. Ho fatto 11 Mondiali di nuoto, 5 di calcio, 1 di pallavolo femminile, 20 Europei, veramente non c’è parte del mondo dalla quale non abbia trasmesso, sono stato per 6 anni segretario Usigrai, che e’ il Sindacato dei giornalisti del servizio pubblico radio-televisivo, e abbiamo fatto grandi battaglie per l’autonomia del giornalista, rispetto al potere politico. Un problema che, purtroppo permane, ma in quegli anni, anche con una serie di manifestazioni si chiamavano “Riprendiamoci la Rai”, alle quali parteciparono personalita’che riuscimmo a coinvolgere, alcune delle quali non ci sono piu’, come Andrea Camilleri che partecipo’ telefonando in diretta alla manifestazione di Palermo. Riuscimmo ad ottenere un allentamento della morsa della politica sulla Rai, ad esempio: Il segretario del PD, rinuncio’ a nominare i suoi rappresentanti, fece indicare da Movimenti e Associazioni i componenti del CDA Rai poi votati dal Pd, all’epoca era Bersani. Il punto d’approdo fu’, una Presidente, che veniva dalla Banca d’Italia, che piu’ delle altre e’ un’antonomasia di garanzia autonoma rispetto al potere politico, quindi questa e’ stata una battaglia molto intensa. Successivamente dopo un po’ di tempo che era terminata questa esperienza, ho fatto anche il Vicedirettore per il Sud, sono stato il primo il Vicedirettore per il Sud per la testata giornalistica Regionale, avevo le redazioni di Campania, Puglia, Calabria e Basilicata, e poi sono stato eletto ad ottobre di 2 anni fa’ Presidente Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, impattando una serie di problematiche, che stiamo cercando di risolvere. La prima delle quali e’, la Legge sull’Accesso, che e’ una Legge datata 1963, molto vecchia rispetto alla dinamica attuale della nostra professione, perche’ 56 anni fa’ esistevano soltanto i giornali, “erano, le grandi navi scuola”, esisteva il servizio pubblico e Radiotelevisivo della Rai, non c’erano le Radio private, le televisioni private, non c’era ancora la questione della limitatezza dell’etere, che ha posto per tanti anni anche il problema politico del conflitto di interesse. Oggi siamo in uno scenario di offerta Editoriale polverizzata su piu’ piattaforme, senza limitazioni per quanto riguarda le emissioni, che sono digitali, quindi televisive e radiofoniche, con una possibilita’ sconfinata sul web, e sostanzialmente con un salto culturale. Non abbiamo ancora metabolizzato, perche’ nel 2007 nascono gli Smartphone, Facebook, e quindi noi giornalisti perdiamo quella prerogativa, l’esclusiva di poter parlare da uno a tanti, e’ uno scenario diverso, non c’è una penalizzazione, credo che, “anzi, il giornalista debba fare di piu’ nel momento in cui e’ in concorrenza con chiunque possa portare una notizia”, il problema e’ che chiunque porta la notizia, non garantisce nessuno che quella notizia e’ vera, noi, invece dobbiamo svolgere questa funzione, verificare tutte le notizie, senza che la velocita’ sia un’ alibi, perche’ e’ chiaro che un’informazione anche veloce, gli Americani dicono “Slow News, No News”, non puo’ essere un’alibi per dare una notizia senza averne accertata la completa fondatezza. E allora, in questo contesto al quale chiunque puo’ rendere virale una notizia, “noi soltanto, siamo l’antidoto contro le fake news”. Dico che: Il rimedio al Giornalista e’ il Giornalista, perche’ anche il giornalista puo’ sbagliare per la fretta o perche’ magari non tutti i professionisti sono corretti, in qualunque professione c’è una cosa di questo genere, ma il pluralismo, quindi il giornalista come rimedio al giornalista, e’ la vera panacea, rispetto a tutto cio’ che e’ sempre esistito, cioè, le bugie, le menzogne, la propaganda, ma che adesso viaggia molto piu’ veloce perche’ si basa su piattaforme che inondano l’opinione pubblica di notizie. Quindi il giornalista e’ di per se’ rimedio, e i giornalisti sono ancora di piu’ il rimedio, cioè il pluralismo professionale e’il vero grande rimedio, (pluralismo, uguale clienti, perche’ significa coinvolgere tutti, quando coinvolgi tutti i punti di vista, ma e’ anche la possibilita’ di far si’che i punti di vista siano contraddetti). Presidente Verna, cosa ne pensa dei nuovi metodi tecnologici, le nuove tecnologie ? Penso che, qualunque forma di progresso vada sempre salutata con favore, e poi pero’, regolamentata, metabolizzata. Il fatto che tutti possano fare comunicazione da uno a tanti, cosa che prima era una prerogativa esclusiva del giornalista, e’ un qualcosa che costituisce un elemento in piu’, rispetto alla circolazione di idee, di tesi e di notizie, il punto è capire come tutta questa roba, sia ricondotta nel succo della verita’, quindi sia certificata, e qui’ il nostro lavoro diventa anche piu’ impegnativo, importante, perche’ prima noi raccontavamo, eravamo tenuti al rispetto della verita’, ed eravamo gli unici che raccontavamo. Adesso noi, raccontiamo, siamo tenuti al rispetto della verita’, e siamo in concorrenza con qualcuno che potrebbe anche dire menzogne, quindi abbiamo un ruolo ancora piu’ importante nei confronti della societa’, da questo punto di vista dobbiamo renderci conto che questa possibilita’ tecnologica che sembra apparentemente penalizzarci, in realta’ ci da’ un ruolo sociale, ancora piu’ avvincente, gia’ siamo “i postini di quel pacco prezioso che e’ la conoscenza”, e che andiamo a recapitare ai cittadini. L’articolo 21 della Costituzione, al suo rovescio passivo, e’ stato interpretato dalla nostra Corte Costituzionale come il diritto del cittadino ad essere correttamente informato, di manifestare liberamente il proprio pensiero, senza censure o autorizzazioni preventive. Quindi c’è il diritto ad informazione corretta, e questo mi sembra un ruolo veramente importante, ancora di piu’ proprio perche’ ci sono le nuove tecnologie. Un Giornalista deve sempre andare alla fonte, il Giornalista e’ un mediatore tra la fonte e il pubblico, si dice anche che sia lo storiografo dell’istante, e’ fondamentale, e cruciale per la democrazia. Presidente, ritornando nella nostra Regione Campania, di recente abbiamo avuto un grandissimo evento, quello delle Universiade, a Napoli, uno spettacolo di straordinaria Eccellenza, ce ne vuole parlare ? Ho fatto la telecronaca di inaugurazione delle Universiade, insieme con Alberto Rimedio e Fatima Trotta. Le Universiadi sono i giochi Olimpici degli Universitari, io come ho raccontato, ne ho fatti 7 di Olimpiadi, la cosa piu’ bella dei giochi Olimpici, che anche le Universiadi hanno recepito, e’ questo incontro tra culture, tutto il mondo che e’ in pace, si riconosce all’interno di un quadro di regole condivise, dove ogni sport ha le sue regole. Per partecipare a quella competizione, tutti devono accettare delle regole, un arbitro, una giuria, un qualcuno che poi certifica che tutto sia svolto nell’ambito di quelle regole. Tutti accettano quelle regole, e competono in amicizia, in pace, con il sorriso, portando ciascuno la propria cultura, tradizione, il modo di essere, i propri abiti, ricordo in particolare, l’esplosione di meraviglia dello Stadio San Paolo, quando l’atleta del Regno di Eswatini, che per la prima volta partecipava con quel nome alle Universiade, perche’ si chiamava Swaziland, fino all’anno precedente, e’ stata inquadrata questa atleta che faceva il salto in alto, era nel costume del suo Paese con un sorriso straordinario, e questa immagine e’ andata sui maxischermi dello stadio, quindi c’e’ stato una sorta di boato. C’è stata una grande attenzione da parte del Paese, quindi il piacere dell’incontro con il mondo, Napoli e la Campania hanno vissuto questa emozione dell’incontro con il mondo. Presidente un progetto futuro ? Intendo mettere su’ una campagna di sensibilizzazione su tutte quelle che sono le difficolta’ nello svolgimento di questa professione, dalle minacce ai giornalisti, alle querele temerarie, che sono disincentivanti rispetto a chi deve recapitare quel famoso pacco della conoscenza al cittadino. Credo, abbiamo bisogno di una legislazione piu’ adeguata e al passo con i tempi per fare correttamente informazione.

 Valentina Busiello


Articolo pubblicato il giorno 6 Novembre 2019 - 09:37

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