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Camorra: o’ menuzzo è già a casa ai domiciliari. Il pentito: ‘Un ufficiale della Finanza fa uscire la droga dal porto’

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Napoli. E’ già a casa agli arresti domiciliari per motivi di salute il boss di Sant’Erasmo, Carmine Montescuro detto o’ menuzzo. Il boss “paciere” era stato arrestato la scorsa settimana insieme con altre 22 persone tra cui tre suoi congiunti oltre a boss di altri clan napoletani con il quale l’anziano patriarca della “piccola svizzera” intratteneva rapporti di affari. Il boss a 85 anni già compiuti è riuscito ad ottenere gli arresti domiciliari. E ora in attesa che gli avvocati preparano il Riesame emergono altri particolari dall’inchiesta. Ci sarebbero un alto ufficiale della Guardia di Finanza e altri funzionari pubblici in servizio al Porto di Napoli che aiuterebbero i clan della camorra a far uscire dal porto i container carichi di cocaina proveniente dalla Colombia. E’ quanto mette nero su bianco il pentito del clan Mariano, Maurizio Overa in alcuni verbali, il primo dei quali datato 1 marzo 2016 e inserito nelle 1194 pagine dell’ordinanza cautelare firmata dal gip Alessandra Ferrigno con la quale è stato sgominato il clan del “paciere” della camorra, in stile o’ stregone di Gomorra, ovvero Carmine Montescuro o’ menuzzo. Racconta il pentito Overa: “… Hanno favorito tutti i clan di Napoli e provincia”. E a quel punto il magistrato della Dda che lo sta interrogando gli chiede: “Ma nel traffico di droga hanno favorito diversi clan di Napoli anche grazie all’appoggio, si dice nell’ambiente malavitoso … di un alto ufficiale della Finanza?” . E Overa senza esitazioni risponde di si. E spiega: “…lo conoscono loro e poi lo conosce pure Carmine Montescuro ‘o Munuzzo… Loro hanno la possibilità di prendere un container … “. Il pentito viene interrotto dal pm che gli chiede: ”Ad un aggancio con un alto ufficiale della Guardia di Finanza … ?”. E Overa continua nel suo racconto: “Sì, a loro dire, però può darsi pure che non sia ufficiale della Finanza e sia qualcun altro, la cosa è certa: che loro hanno affidata nel Porto di Napoli di prendere un container, portarselo via, fare le loro cose e poi riportarlo indietro. Lo prendono, lo portano via, tolgono la droga e poi lo riportano indietro e lo mettono a posto un’altra volta… So pure il sistema che hanno, che quando viene fatto il container in Colombia o in un altro paese del Sud America, quando parte … “. Poi ci sono gli omissis. Ma nel verbale del 4 novembre del 2016 il pentito Maurizio Overa è ancora più esplicito e racconta altri particolari inediti: “…Conosco bene Montescuro Carmine, detto “o Munuzzo”, con il quale mi sono incontrato svariate volte; so per certo, per cognizione diretta, che il Montescuro è quello che gestisce tutti gli affari del Porto, nel senso che è quello che da una parte divide le quote delle estorsioni pagate dagli imprenditori ai clan e dall’altra gestisce il sistema delle mazzette destinate ai pubblici ufficiali del Porto; al riguardo voglio aggiungere che il Montescuro Carmine è in grado di arrivare ai “pezzi grossi” che lavorano al Porto, parlo di pubblici ufficiali. Preciso che al riguardo faccio riferimento a fatti e vicende che arrivano fino all’anno scorso, e cioè fino al mio arresto.
Il Montescuro Carmine è una vera e propria potenza nel Porto di Napoli, nel senso che è in grado di far entrare ed uscire dal Porto droga ed altro; a dimostrazione della potenza del Montescuro Carmine aggiungo che… omissis…, titolare di un negozio alla via Marina, mi raccontò che il Montescuro era venuto a sapere che avevano un contatto all’interno del Porto di Napoli che gli consentiva di far entrare la cocaina che arrivava dal sud America (al riguardo lo stesso  mi disse che loro avevano più di un contatto, parlandomi di una “squadra” di pubblici ufficiali); in altri termini, per quanto mi raccontò lo stesso avevano una strada ovvero un collegamento con un pubblico ufficiale, ovvero con un appartenente alle Forze dell’ordine, che lavorava nel porto che gli faceva portare fuori dal Porto la droga che si facevano arrivare nei container con le navi e che, poi,… omissis… unitamente a Giannino o Palombo (mi pare che il nome sia D’Alpino Giovanni ed è mio coimputato nel processo Piazza pulita) di Forcella; il sodalizio tra…omissis… e Giannino o palombo è andato avanti sicuramente fino al 2014 e posso dire che  hanno dato personalmente a me e a Marco Mariano due chili di cocaina nel 2012, anno del matrimonio della prima figlia di Marco Mariano. Omissis …. Ebbene, tornando al Montescuro, omissis mi disse che il Montescuro Carmine era venuto a sapere del loro contatto nel porto e che voleva anche lui la sua parte su ogni sbarco di cocaina…”.

Rosaria Federico


Articolo pubblicato il giorno 2 Novembre 2019 - 23:05

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