La Dia di Firenze ha sequestrato beni e conti correnti nei confronti di Giuseppe Di Girolamo, 60 anni, considerato dagli investigatori un esponente della camorra radicato da molti anni in Toscana, nella Maremma. Il provvedimento, emesso dal tribunale di Santa Maria Capua Vetere, scaturisce da una misura di prevenzione patrimoniale firmata dal direttore della Dia, generale Giuseppe Governale. Le indagini economico patrimoniali condotte dalla Dia hanno dimostrato la sproporzione tra la capacità reddituale del 60enne e quella dichiarata al fisco, portando al sequestro di una società con sede legale a Grosseto, tre immobili ad Aversa e rapporti bancari e finanziari, in Italia e all’estero, per un valore di 300mila euro. Secondo quanto spiegato dalla Dia Di Girolamo, nato ad Aversa, sin dagli anni ’80 avrebbe vantato una posizione di rispetto nell’ambiente criminale del Casertano, dove avrebbe fornito il suo contributo alla criminalità organizzata andando materialmente a riscuotere il pizzo nei cantieri. Nel 1997 è stato condannato a tre anni di reclusione dalla corte di assise d’appello di Napoli per appartenenza alla nuova camorra organizzata. Nel 2000 sempre la corte di assise di appello di Napoli lo condanna a dieci anni di reclusione per omicidio. Alternando periodi di carcerazione ad altri di semilibertà, nel 2000 Di Girolamo di trasferisce con la famiglia a Follonica, in Maremma nella provincia di Grosseto, dove fino al 2006 avrebbe gestito un hotel per il tramite di una società di capitali intestata alla moglie. Ulteriori condanne, anche per associazione a delinquere, generano nei suoi confronti un cumulo di pena a 18 anni di reclusione, terminati nel 2016.
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