Primo Piano

Camorra, i pentiti spiegano come funzionava la ‘holding Orlando’

Condivid

Controllavano le attività commerciali e imprenditoriali di Marano e i soldi del ‘pizzo’ li investivano in droga. Una volta vendute le dosi, quasi sempre all’ingrosso, riciclavano i capitali nell’acquisto di immobili e quote societarie. Come una holding perfettamente organizzata, il clan Orlando è un gruppo estremamente preparato a trasformarsi e soprattutto a mimetizzarsi come lo erano i Nuvoletta, cosca dalla quale sono nati. Il gip di Napoli, Maria Laura Ciollaro, ha firmato un’ordinanza che ha portato in carcere sei persone, mentre la richiesta della Dda era per otto. Il più alto in grado nel gruppo, dopo il boss Antonio Orlando, era Luigi Esposito detto ‘Giggino o celeste’ o ‘numero uno’, perché ai vertici della cosca. Era lui che prendeva ordini direttamente dal capoclan tramite il ‘galoppino’ Sabatino Russo, uno dei pochi ad avere contatti col boss all’epoca latitante, e cioè tra il 2015 e il 2017.  Orlando non poteva rinunciare a nessuna comodità, come per esempio l’abbonamento a Sky per vedere le partite del Napoli. Per stipularlo aveva in prestito documenti d’identità di altri affiliati. Stesso metodo usato per un contratto della luce, uno del gas e l’acquisto di beni di lusso. L’ascesa degli Orlando è stata favorita anche grazie ai vincoli familiari: Giovanni Nuvoletta, padre dei boss Lorenzo, Angelo e Ciro era sposato con Maria Orlando, zia di Antonio. Un pentito, Patrizio Buonaccorso, ha spiegato bene quello che è il sistema Orlando: “Loro gestiscono le piazze di droga di Calvizzano, Marano e Quarto. Loro si occupano dei grossi traffici di droga dal Sudamerica e importatori chili ogni settimana. Poi, chi vuole vendere in proprio deve pagare una tangente”. Si tratta, secondo il gip, “di un clan che ha saputo aspettare con pazienza per imporre la propria autonomia e che si accerta nel 2015 quando viene dimostrato che Antonio Orlando si inserisce nel vuoto di potere dopo vli arresti dei Nuvoletta”. L’indagine che oggi ha portato agli arresti scaturisce dalle attività connesse alla cattura del boss, individuato a Mugnano il 27 novembre 2018 dopo oltre 15 anni di latitanza. Individuata dai carabinieri la sua rete personale, i suoi contatti e i prestanome che lo hanno reso ‘il guappo’ di spessore, come spesso lo indicavano gli affiliati intercettati.


Articolo pubblicato il giorno 22 Novembre 2019 - 16:37

Redazione

Siamo la redazione di Cronache della Campania. Sembra un account astratto ma possiamo assicurarvi che è sempre un umano a scrivere questi articoli, anzi più di uno ed è per questo usiamo questo account. Per conoscere la nostra Redazione visita la pagina "Redazione" sopra nel menù, o in fondo..Buona lettura!

Pubblicato da
Redazione

Ultime Notizie

Castellammare, controlli nella zona rossa: 2 persone allontanate

I Carabinieri intensificano i controlli nelle zone rossa in provincia di Napoli, individuate dal Prefetto… Leggi tutto

19 Gennaio 2025 - 10:15

Arzano, “Vi faccio vedere io con gli amici di Secondiglino”: la minaccia del ladro alla polizia locale

Erano sulle sue traccia da diversi giorni gli agenti della polizia locale di Arzano che… Leggi tutto

19 Gennaio 2025 - 09:17

Eboli, irrompe con una motosega in pizzeria e terrorizza i clienti

Paura in pizzeria di Eboli nella serata di ieri dove un uomo è entrato con… Leggi tutto

19 Gennaio 2025 - 08:51

Oroscopo di oggi 19 gennaio 2025

Ecco le previsioni astrologiche per oggi, 19 gennaio 2025, suddivise per ciascun segno zodiacale con… Leggi tutto

19 Gennaio 2025 - 06:52

Conte dopo Atalanta Napoli: “Il dopo Kvara? Non ci servono giovani da far crescere…”

Dopo il successo esterno del Napoli contro l’Atalanta per 3-2, il tecnico azzurro Antonio Conte… Leggi tutto

18 Gennaio 2025 - 23:39

Politano dopo Atalanta Napoli: “Scudetto? Vogliamo dare fastidio fino all’ultima giornata”

Matteo Politano, attaccante del Napoli, ha commentato con entusiasmo la vittoria per 3-2 contro l’Atalanta… Leggi tutto

18 Gennaio 2025 - 23:32