La Città di Santa Maria Capua Vetere è stata la prima in Terra di Lavoro ad accogliere e rendere operativa la proposta di dare vita ad uno strumento culturale di grande valore come il Patto Locale per la lettura e per la cultura, su proposta anche della rete di associazioni delle Piazze del sapere e Donne di Carta. Su questo obiettivo stanno lavorando anche altri comuni come quelli di Caserta, Capodrise, Capua, e Sant’Arpino. In questo modo si dimostra nel concreto che con la cultura si può ripartire anche nelle nostre terre per costruire coesione sociale, sviluppo locale ed innovazione.
Come si legge nel comunicato diffuso dall’Ufficio stampa del comune di SMCV: “La riapertura della Biblioteca Comunale, la centralità delle attività culturali, le numerosissime presentazioni di libri organizzate o patrocinate dall’Ente, nonché l’adesione alle iniziative promosse dal Cepell, il Centro per il libro e la lettura del MiBACT, quali “Il maggio dei libri” e “Libriamoci”, hanno aumentato la “sete di lettura” della nostra Città che, con delibera di Giunta approvata venerdì scorso, diventa promotrice del Patto locale per la lettura.
Il percorso avviato nel 2016 dall’amministrazione Mirra e dall’addetto alle iniziative culturali Enzo Oliviero, che fonda le proprie radici appunto nella riapertura della Biblioteca Comunale di cui la nostra Città ne è stata orfana per circa 6 anni, ha consentito alla Città di Santa Maria Capua Vetere di rientrare in quel novero di realtà italiane che riconoscono nella lettura un diritto della persona in grado di educare alla libertà di pensiero e all’autonomia di giudizio e di scelta.
Dalla lettura dipendono lo sviluppo intellettuale, sociale ed economico delle comunità; da qui il Patto per la lettura quale strumento di governance delle politiche di promozione del libro e della lettura quale risorsa strategica su cui investire ma anche un valore sociale da sostenere attraverso un’azione coordinata e congiunta tra i diversi protagonisti presenti sul territorio ma anche uno strumento per rendere la lettura un’abitudine sociale diffusa, riconoscendo il diritto di leggere come fondamentale per tutti i cittadini”.
Il Patto intende essere lo strumento per generare nuovi incontri, scambi, sperimentazioni diffuse e attivazione di luoghi. L’obiettivo principale è ripensare la città attraverso la lettura e la conoscenza, il coinvolgimento delle persone e la relazione con gli spazi pubblici e privati, per stimolare una nuova forma di resilienza individuale e collettiva.
Si afferma così, complessivamente, un ‘diritto alla città’ tramite la promozione della lettura e della conoscenza, e la promozione dei valori ad essa collegate. Ciò comporta mettere in campo pensieri e iniziative per accogliere e valorizzare una comunità plurale, coltivare cittadinanza consapevole e informata, generare nuovi legami di reciprocità, abbattere muri e pregiudizi, offrire opportunità e accessibilità relative al patrimonio culturale e alla creatività.
Con il Patto si costituisce una grande alleanza cittadina, alla quale aderiscono soggetti pubblici e privati, istituzioni culturali, Università, imprese, professionisti, associazioni e singoli cittadini, che intendono impegnarsi per ideare e sostenere progetti condivisi. Tutti i cittadini e le cittadine sono allo stesso tempo attori e fruitori del Patto e dei progetti che in esso si collocano, anche grazie al contributo dei professionisti dei settori culturali e creativi, le attività e i servizi collegati, gli attori e le istituzioni coinvolte.
I soggetti aderenti al Patto si impegnano a contribuire con le proprie idee, risorse, spazi e competenze secondo possibilità, in forma libera e responsabile, coerente con i valori espressi dal Patto stesso. L’adesione al Patto impegna alla condivisione di linee guida comunicative comuni per tutto ciò che attiene le attività partecipate; alla diffusione del patto e delle informazioni sui programmi, progetti e obiettivi; alla promozione e condivisione di percorsi formativi e approfondmento culturale.
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