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A Paestum la delegazione culturale cinese più numerosa avuta in Italia: 23 esperti in rappresentanza di 11 organismi

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In occasione della XXII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, a Paestum da giovedì 14 a domenica 17 novembre, ICOMOS China (il Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti, organo consultivo dell’UNESCO, è un’organizzazione internazionale non-governativa impegnata a promuovere la conservazione, la protezione, l’uso e la valorizzazione del patrimonio culturale mondiale) coordinerà una delegazione di 23 manager culturali, tra Direttori di Parchi Archeologici e Musei, di Istituti di Archeologia, di Conservazione e prestigiosi accademici di Architettura e Pianificazione del Paesaggio.
La Cina sarà presente nel salone espositivo e, venerdì 15 novembre, in un incontro di presentazione dell’area archeologica di Liangzhu, che proprio quest’anno è risultato il 55° sito UNESCO che ha fatto perdere all’Italia il primato da sola in cima alla Lista dei Patrimoni dell’Umanità.
Le aree geografiche di provenienza della delegazione:
Pechino, 4 Province (Fujia, Hunan, Shaanxi, Zhejiang), 1 Regione autonoma (Mongolia Interna).
Gli organismi presenti:
3 Parchi Archeologici e Musei (Changsha Tongguan kiln, il più antico forno di produzione ceramica durante la Dinastia Tang e il Periodo delle Cinque Dinastie e dei Dieci Regni che ha contribuito alla diffusione della cultura della ceramica in Cina) di cui 2 nella Lista UNESCO (l’antica città di Xanadu, leggendaria capitale dell’impero mongolo fatta edificare da Kublai Khan, e le rovine di Liangzhu, non solo il sito che ha fatto perdere all’Italia il primato da sola in cima alla Lista UNESCO, ma di fatto l’insediamento della prima civiltà urbana dedita alla coltivazione del riso e il luogo eletto della civiltà cinese a seguito del ritrovamento del reperto di giada “King of Cong” 3.000 a.C.);
2 Istituti di Archeologia e Conservazione (Cultural Relics Conservation and Archaeology Division of Cultural Heritage Bureau of Zhejiang Province, Zhejiang Provincial Cultural Relics and Archaeology Institute);
3 Istituti di Architettura e Pianificazione Urbana (Shaanxi Provincial Conservation Engineering Institute of Monument & Sites, Beijing Tsinghua Tongheng Urban Planning & Design Institute, Zhejiang Province Institute of Ancient Architectural Design and Research;
1 Istituto di Tecnologie applicate ai Beni Culturali (Tsinghua Heritage Institute for Digitization con la Presidente Yan He);
1 Istituto di Ricerca (Pingtan International Institute of Austronesian Research);
1 Organizzazione non governativa (ICOMOS China).
Prestigiosa personalità accademica:
Liu Kecheng è un prestigioso accademico, che appartiene alla prima generazione di architetti contemporanei esperti in progettazione di musei, riqualificazione del patrimonio culturale.
Preside del College of Architecture della Xi’an University of Architecture and Technology (una delle migliori scuole di architettura cinesi), Direttore dello Shaanxi Provincial Conservation Institute of Monuments and Sites e Director for Region IV (Asia e Oceania) della UIA Architectural Heritage Work Programme. Lavorando nell’antica capitale Xi’an, una città con 3.000 anni di storia dove il patrimonio architettonico e archeologico urbano e suburbano è stato ormai separato dal suo ambiente storico, per Liu Kecheng la questione della conservazione storica è una sfida cruciale. La sua ricerca di progettazione è fondata sull’interazione tra conservazione e progetto e impegnata a stabilire una più stretta relazione tra protezione, conoscenza storica e valorizzazione apportata dal progetto di architettura, inteso come conoscenza e interpretazione delle antiche strutture urbane cinesi. Questa relazione intima con la stratificazione storica ha contribuito a radicare la sua stessa ricerca formale architettonica sulla profonda rielaborazione delle tradizioni culturali e dei caratteri contestuali. Grandi progetti di conservazione e valorizzazione dei principali siti archeologici presenti a Xi’an, come ad esempio i parchi archeologici di Han Chang’an (202 a.C.), Daming Palace (634 d.C.), il mausoleo e museo di Yangling (153 a.C.) o i musei costruiti in situ per proteggere i reperti trovati durante gli scavi relativi a interventi privati (Tang Market Museum, Tang Zhuque Avenue Museum).
La Borsa, con i suoi 100 espositori di cui 25 Paesi esteri, è sede del più grande salone espositivo al mondo dedicato al patrimonio archeologico: luogo di approfondimento e divulgazione di temi dedicati all’archeologia e al turismo e occasione di incontro per addetti ai lavori, operatori turistici e culturali, viaggiatori, appassionati, mondo scolastico e universitario.
Obiettivo dell’iniziativa è promuovere i siti e le destinazioni di richiamo archeologico, favorire la commercializzazione, contribuire alla destagionalizzazione e incrementare le opportunità economiche. Da sottolineare, inoltre, lo sviluppo della cooperazione tra i popoli che l’evento persegue con la presenza annuale di Paesi non solo del Mediterraneo e attraverso il confronto e lo scambio di esperienze con la partecipazione di 300 relatori, 100 giornalisti accreditati, 120 operatori dell’offerta e lo svolgimento di 60 tra conferenze e incontri.


Articolo pubblicato il giorno 6 Novembre 2019 - 09:59


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