“Per risolvere la drammatica situazione di Napoli il Governo deve intervenire urgentemente mettendo in campo tutti i mezzi che ha a disposizione, tra cui interventi legislativi, per condizionare la Whirlpool e far rispettare all’azienda l’accordo di un anno fa. L’alternativa e’ la nazionalizzazione del sito data l’insussistenza e la non credibilita’ del piano industriale di Prs, incapace di garantire un futuro occupazionale ai 420 lavoratori di Napoli”. Lo afferma Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, parlando della vertenza Whirlpool. “L’ipotesi del governo – dichiara il leader Uilm – sul passaggio della proprieta’ della fabbrica a una cooperativa di lavoratori affiancata da Invitalia rappresenta un percorso interessante ma con molte insidie e pericoli. Per essere competitivi in un mercato cosi’ agguerrito come quello degli elettrodomestici, devono essere presenti una rete di commercializzazione e di ricambi, un marchio riconosciuto e soprattutto un sistema strutturato che consenta attivita’ di ricerca e sviluppo che possa dare continuamente nuova linfa alla produzione e garantisca un futuro industriale. Tutto questo e’ di non semplice realizzazione da parte dalla tipologia tipo di societa’ ipotizzata finora”. (“Se Whirlpool andra’ fino in fondo – continua Palombella – dal primo novembre avremo due possibilita’ davanti: la cessione del ramo d’azienda, che riteniamo non credibile viste le caratteristiche di Prs, oppure l’avvio della procedura di licenziamento collettivo, che prevede 75 giorni, tempo congruo per trovare soluzioni che possano garantire realmente un futuro produttivo e occupazionale ai lavoratori di Napoli”. “Se l’azienda dichiara che oggi, anche in presenza di un forte calo del mercato, a Napoli si producono 300mila lavatrici – prosegue – si dimostra come che quello stabilimento ha ancora un importante valore industriale e che puo’ esserci una continuita’ produttiva. Quindi siamo in presenza di una mera scelta di delocalizzare la produzione che getta ombre sul futuro degli altri stabilimenti italiani della multinazionale americana”. “Il progetto industriale di Prs non esiste – conclude – e non e’ credibile sotto ogni punto di vista. Non saremo mai complici di piani industriali che prefigurano una lenta e inesorabile chiusura dello stabilimento di Napoli. Prs e’ una scatola vuota e non rappresenta la soluzione credibile per garantire un futuro produttivo e occupazionale per i 420 lavoratori di Napoli”.
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