False comunicazioni sociali da parte della società Bio-on, quotata in borsa, e manipolazione del mercato: sono le accuse nei confronti dei vertici della importante società bolognese operante nel settore delle bioplastiche. Tre le misure cautelari personali emesse dal Gip di Bologna che la Guardia di Finanza sta eseguendo nei confronti di altrettanti soggetti, figure apicali dell’azienda. In corso anche il sequestro di beni per complessivi 150 milioni, pari al valore del profitto dei reati commessi. I finanzieri del Comando provinciale di Bologna stanno eseguendo anche diverse perquisizioni in Emilia Romagna, Lombardia e Lazio. Il gruppo, che concede in licenza e produce bioplastiche innovative, e’ stato da fine luglio al centro di un caso, da quando cioè è stato oggetto di un report del fondo speculativo Quintessential, che aveva messo in dubbio la trasparenza dei bilanci e le capacità produttive dello stabilimento di Castel San Pietro Terme. Nel report, dal titolo ‘Una Parmalat a Bologna’ si parlava di una società che si regge su “un castello di carte”, ha una “situazione finanziaria precaria” e una contabilità che “presenta serie irregolarità”. Bio-on, guidata dal presidente Marco Astorri, aveva smentito e presentato denuncia. I dettagli dell’operazione saranno resi noti in una conferenza stampa in programma alle 11 al comando provincia della Gdf alla presenza del procuratore di BOLOGNA Giuseppe Amato.
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