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Sistema Romeo, per i pm Bocchino pianificava attività illecite. L’ex deputato: ‘Finalmente potrò spiegare a un giudice’

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Era l’ex parlamentare Italo Bocchino, secondo l’ipotesi accusatoria della Procura di Napoli, a pianificare la gestione di tutta l’attività illecita dell’associazione a delinquere ipotizzata dai pm Carrano, Raffaele e Woodcock che oggi hanno chiesto 55 rinvii a giudizio nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto “Sistema Romeo”, facente capo all’imprenditore napoletano Alfredo Romeo. Il giudizio è stato chiesto, tra gli altri, per l’ex governatore della Campania Stefano Caldoro, a cui si contesta il traffico di influenze, e per il manager Ciro Verdoliva, attuale direttore dell’Asl Napoli 1, a cui invece si contesta, tra l’altro, il favoreggiamento. ‘La richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura di Napoli è l’occasione per andare finalmente dinanzi a un giudice. Le accuse nei miei confronti sono frutto di errori di valutazione da parte della Procura, che dal 2015 ad oggi non ha mai ritenuto di interrogarmi per avere un chiarimento. L’accusa di associazione per delinquere è già stata esclusa categoricamente e motivatamente dal Tribunale di Napoli in sede cautelare. La seconda e ultima accusa, di traffico illecito di influenza, è errata perché non tiene conto che un Decreto della presidenza del consiglio dei ministri aveva già sancito l’obbligo di annullamento della gara a cui si fa riferimento e che pertanto le interlocuzioni con l’ente in questione erano legittime e rispondenti alla legge in vigore”. È quanto ha dichiarato l’ex parlamentare Italo Bocchino.


Articolo pubblicato il giorno 30 Ottobre 2019 - 18:39

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