Alla fine non ce l’ha piu’ fatta. Braccato dai carabinieri che avevano accerchiato la zona del bergamasco dove si era rifugiato con la sua Peugeot 207, Maurizio Quattrocchi si e’ costituito ai carabinieri che lo hanno arrestato per aver ucciso a coltellate la moglie, Zinaide Solonari. Con le tre figlie (una di 16 anni che lei aveva avuto da una precedente relazione, e altre due bambine di otto e 12 anni) vivevano da tempo al quarto piano di una palazzina di Cologno al Serio. Cameriera, con qualche lavoro da modella lei, muratore (ma anche imbianchino e aiuto in pizzeria dei parenti) lui, anche se era stato da poco licenziato dall’impresa edile per dissidi con il titolare. Mai nessun problema fra di loro, a sentire i vicini, almeno fino a qualche tempo fa. Solo la settimana scorsa in casa erano arrivati i carabinieri, a cui Zina (cosi’ la chiamava, chi conosceva la 36enne) aveva raccontato, senza pero’ denunciarlo, che negli ultimi tempi lui aveva “crisi di gelosia”, ricevendo cosi’ il consiglio di allontanarsi e andare a vivere da qualche altra parte. Lo aveva fatto con le ragazze tre giorni fa. Si era trasferita non molto lontano a casa della sorella, in una palazzina dove vivevano anche il cognato e il fratello del cognato. Pensavano che sarebbe stato un posto sicuro ma si sono sbagliati. Maurizio, 47 anni, “litigioso” e “prepotente” come l’hanno decritto diversi testimoni ai carabinieri, l’ha aspettata al buio di notte fino a quando, dopo le due, Zina e’ tornata dal lavoro. Ha parcheggiato la sua Jeep Cherokee alla sinistra del cancelletto ed e’ riuscita a fare solo tre metri prima che lui l’aggredisse con un coltello da cucina e la ferisse al collo con almeno due fendenti. Colpi violenti che pero’ non le hanno fatto subito perdere conoscenza. E’ riuscita infatti a gridare “aiuto”, e lanciare urla che hanno fatto uscire vicini e parenti mentre Maurizio gia’ si allontanava. A questo punto sono iniziate le ricerche dell’uomo. I carabinieri hanno seguito inizialmente le tracce del suo cellulare, fino a quando e’ rimasto in funzione, cioe’ fino a questa mattina. Questo e’ bastato comunque per capire in che zona stava fuggendo. Di aiuto sono state, oltre ad alcuni sistemi di localizzazione, sono state le segnalazioni di alcuni testimoni che avevano visto la macchina di colore fra il grigio e il canna da zucchero. I carabinieri hanno allestito una serie di posti di blocco ‘a ragno’ per bloccargli ogni via di fuga fra Calcio e Martinengo. Lo hanno in pratica accerchiato. Quando ha capito che non aveva nessuna possibilita’, Quattrocchi ha deciso di costituirsi. Mentre stava per entrare nella caserma di Martinengo, alcuni militari in borghese lo hanno bloccato. Portato poi alla caserma di Treviglio e’ stato arrestato con l’accusa di omicidio aggravato, in attesa di essere trasferito in carcere a Bergamo. Domani il pm Letizia Ruggeri chiedera’ al gip la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere.
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