Con le richieste di condanna di quattro dei cinque carabinieri sotto processo in corte d’assise, si avvia a conclusione il processo bis sul pestaggio in caserma subito da Stefano Cucchi la sera dell’arresto (tra il 15 e il 16 ottobre del 2009) e sulla sua morte. La sentenza, una volta esauriti gli interventi di tutte le difese, e’ prevista per novembre, salvo cambi di programma. Ma del caso Cucchi si continuera’ a parlare nell’immediato. Restano in piedi, infatti, altri filoni processuali legati alla vicenda. L’11 ottobre si chiude davanti alla corte d’assise d’appello il dibattimento, per omicidio colposo (reato ormai prescritto) a carico di cinque medici dell’ospedale Sandro Pertini, dove Cucchi mori’ sei giorni dopo l’arresto. Il 12 novembre, invece, ha inizio in tribunale il procedimento che vede imputati otto militari dell’Arma per i falsi e i depistaggi (commessi nel 2009 e nel 2015, con l’avvio della nuova indagine della procura) finalizzati a proteggere gli autori del pestaggio a Cucchi alla Stazione Appia.
Queste comunque le tappe principali di una vicenda che si trascina ormai da dieci anni: 15 ottobre 2009: Stefano Cucchi viene fermato dai carabinieri con l’accusa di detenzione di stupefacenti 22 ottobre 2009: Cucchi muore all’ospedale Sandro Pertini. La procura di Roma apre un’inchiesta e mette sotto accusa tre agenti di polizia penitenziaria che accompagnarono il ragazzo il giorno dopo il suo arresto in tribunale per il processo per direttissima. 5 giugno 2013: la corte d’assise assolve i poliziotti penitenziari accusati del pestaggio e tre infermieri del Pertini. Vengono inflitte pene comprese fra gli 8 mesi e i 2 anni di reclusione a sei medici in servizio presso la struttura protetta dell’ospedale. 31 ottobre 2014: assoluzione per tutti gli imputati, medici compresi, nel giudizio di appello. 12 gennaio 2015: la corte d’assise d’appello deposita i motivi della sentenza e ordina la trasmissione degli atti al pm per nuovi accertamenti sull’operato di alcuni carabinieri e sul pestaggio subito da Cucchi giugno 2015: riparte da zero l’inchiesta sulla morte di Cucchi. Il fascicolo e’ affidato al pm Giovanni Musaro’. 8 aprile 2019: l’imputato Francesco Tedesco racconta in aula le fasi del pestaggio di Cucchi e indica quali autori materiali gli altri due colleghi co-imputati di omicidio preterintenzionale. 8 aprile 2019: il quotidiano La Repubblica rende nota una lettera del comandante generale dell’Arma Giovanni Nistri che manifesta vicinanza alla famiglia Cucchi e fa intendere di fatto la costituzione come parte civile della Difesa contro chi ha depistato. 16 aprile 2019: finito il controesame, Tedesco, prima di lasciare l’aula, stringe la mano a Ilaria Cucchi, sorella della vittima, e le dice ‘mi dispiace’. 17 aprile 2019: per i falsi e i depistaggi la procura chiede il processo per otto carabinieri, tra alti ufficiali e non. 16 luglio 2019: il gup Antonella Minunni rinvia a giudizio gli otto militari dell’Arma per i depistaggi e fissa l’inizio del 12 novembre prossimo davanti alla settima sezione penale del Tribunale di Roma. 3 ottobre 2019: al processo bis in assise, il pm Musaro’ chiede 18 anni per i due carabinieri ritenuti gli autori del pestaggio, e l’assoluzione per il terzo accusato di omicidio preterintenzionale.
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