Ho ucciso mia moglie, ho ucciso le mie figlie. Ora mi uccido. Lascio la porta aperta”: cosi’ Ciro Curcelli l’assistente capo della polizia penitenziaria di Orta Nova che, la notte scorsa, si e’ suicidato dopo aver ucciso la moglie e le due figlie, ha allertato i carabinieri con una telefonata. Secondo la prima ricostruzione dell’accaduto Curcelli avrebbe ucciso con la pistola d’ordinanza, una calibro 9, prima la moglie, poi sarebbe andato in cameretta e avrebbe sparato alle due figlie. A quel punto la chiamata ai carabinieri annunciando quanto accaduto. Poi si sarebbe disteso sul letto accanto alla moglie sparandosi un colpo alla tempia. L’uomo e’ morto durante il trasporto in ospedale. In casa i militari non hanno ritrovato biglietti che lasciassero presagire quanto commesso. I carabinieri tanno scavando nella vita privata e lavorativa dell’uomo per capire le ragioni del gesto. “Non abbiamo sentito ne’ un litigio, ne’ un grido. Mio figlio ha sentito un colpo ma non pensavamo fosse un colpo di pistola. L’unica cosa che ho notato e’ che ultimamente lui era un po’ depresso. Stava un po’ tra le nuvole. Lui stravedeva per la moglie e le figlie e anche per l’altro figlio che lavora a Ravenna e che e’ arrivato in mattinata”. E’ quanto raccontato ad alcuni cronisti da una vicina di casa che abita al terzo piano dello stabile di Orta Nova dove la scorsa notte Ciro Curcelli ha ucciso la moglie e le figlie e poi si e’ suicidato. “Erano bravissime persone – dice ancora – Le conoscevo da anni. Ogni tanto lei si arrabbiava con le figlie. Ma sono cose normali che fanno tutte le mamme”.
Articolo pubblicato il giorno 12 Ottobre 2019 - 10:29