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Omicidio Vassallo, i dubbi di Dario davanti alla commissione antimafia: ‘Troppe stranezze sul luogo del delitto’

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“C’erano stranezze”. Lo ha detto Dario Vassallo, presidente della Fondazione Angelo Vassallo e fratello del sindaco “pescatore” di Pollica ucciso il 5 settembre 2010, nel suo intervento in audizione davanti alla Commissione parlamentare Antimafia, dove ha raccontato i momenti in cui è arrivato sul luogo dell’omicidio. “Angelo Vassallo fu ucciso il 5 settembre 2010. Quando arrivai sul posto parcheggiammo la macchina – ha detto spiegando che era insieme a un altro fratello – e poi ci siamo avvicinati al luogo del delitto”. “Ci sta una sola casa, a 36 metri lineari dal luogo del delitto, e vidi una signora che sgrullava la sua tovaglia”, ha continuato il presidente della Fondazione chiedendosi “come mai una signora si mette a pulire casa con un morto a 36 metri?”. “Quando sono arrivato, attorno alla macchina di mio fratello ho contato 17 persone e una macchina con la stessa persona salita e riscesa – ha continuato – la strada non era transennata e chiunque poteva accedere a quel posto, non a caso, c’erano 17 persone. In quel frangente ho visto che c’erano stranezze. Il 2 febbraio 2019 chiediamo la perizia balistica e l’autopsia e scopriamo che Angelo era stato raggiunto da 9 colpi di pistola sparati a massimo 40 centimetri e l’attentatore poteva essere in piedi o sul sellino di un motorino. Fino ad allora ci avevano raccontato che era stato ucciso da sette colpi di pistola”, ha continuato Dario Vassallo sottolineando che ciò “è gravissimo”. “Dopo nove anni scopro che Angelo è stato ucciso da 9 colpi di pistola”, ha continuato. “Chiedo che si faccia verità e di non essere preso per fesso perché fesso non sono”, ha poi detto il presidente della Fondazione.
“Penso la droga”. Così Dario Vassallo ha risposto a una domanda sul possibile movente dell’omicidio del primo cittadino e facendo riferimento alla lotta del sindaco contro lo spaccio. Dario Vassallo ha parlato anche di Costabile Maffia, all’epoca maresciallo dei carabinieri della stazione di Pollica “che ha avuto il coraggio di querelarmi, e lo stesso hanno fatto altri 7 carabinieri, perché riferii che Angelo mi ha detto ‘i carabinieri del posto sono una nullità”. Ha citato anche Domenico Pisani, ufficiale dei carabinieri, “che mi ha querelato solo due volte”. Un altro carabiniere citato e’ stato Lazzaro Cioffi, ma questa parte dell’audizione è stata secretata. Prima, in audizione aperta, aveva fatto riferimento anche all’attuale comandante provinciale del’Arma dei carabinieri a Frosinone, Fabio Cagnazzo, dicendo che nelle ore successive al delitto era sul posto dell’agguato e a suo dire senza averne diritto o pertinenza. Ha citato anche Alfredo Greco, che all’epoca del delitto era sostituto procuratore di Vallo della Lucania e pm di turno e quindi titolare dell’inchiesta, e che secondo lui “mente, e mi attiverò perché dal punto di vista legale possa pagare” per le sue affermazioni, come quella di aver fatto ‘isolare’ la zona del delitto ed invece ci sono immagini che mostrano “17 persone” che li’ non dovevano esserci durante il sopralluogo, e tra loro appunto Cagnazzo. E Dario Vassallo ha riferito che ci sono immagini nelle quali si vede Greco conversare, ‘dargli anche un buffetto’, con l’ufficiale dell’Arma. Vassallo, nel corso dell’audizione, ha anche fatto riferimento alla sparatoria avvenuta nel maggio 2011 a Cecchina, che provoco’ due morti, per cui una donna fu arrestata: in quella occasione le due vittime che, come ha sottolineato il presidente della Fondazione, erano “trafficanti di droga”, furono uccise con una pistola dello “stesso modello di quella che ha ucciso Angelo. Furono fatte le prove balistiche, ma chiedo di ripetere, a distanza di nove anni, le prove balistiche perché le tecnologie sono cambiate”. Si diceva del movente: uno dei componenti della commissione chiede se all’epoca ci fossero grosse speculazioni edilizie che fermate dal sindaco avessero poi ingenerato risentimento in qualcuno. “Angelo – ha risposto Dario Vassallo – non guardava in faccia nessuno, c’erano delle regole e le faceva rispettare. Non c’erano costruzioni megagalattiche, oggi ci sono, c’e’ grande speculazione edilizia. Non c’erano grosse cose…anche se c’era un signore di Nola”, e qui è seguita la secretazione di questa parte. E quindi la conclusione dell’audizione


Articolo pubblicato il giorno 15 Ottobre 2019 - 21:25

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