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Napoli, rione Sanità, il padre di Genny: ‘Non ne possiamo più. Allontaniamo queste persone, che si sentono padroni della città’

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Napoli. “L’ultima stesa alla Sanità? Si inquadrano sempre all’interno di una lotta per la gestione dello spaccio. Al quartiere Sanità i clan storici sono decapitati, quindi c’è una rivendicazione, da parte dei clan del centro storico, per la gestione delle piazze di spaccio. Ciò che preoccupa è il numero enorme di proiettili. Siamo arrivati a ben 100 proiettili. Ciò che è accaduto a Genny non deve accadere più: sono davvero preoccupato. Qui si combatte l’ignoranza tutti i giorni. Bisogna stimolare il ministero degli Interni, per incrementare la sicurezza e la lotta alle camorre”. Così, in diretta su Radio CRC, Ivo Poggiani, presidente della III Municipalità di Napoli, che in modo sarcastico ha anche spiegato: “L’acquazzone di questa notte non ha creato molti problemi, a differenza della bomba d’acqua avvenuta la scorsa settimana. Il Comune ha preso la decisione di far gestire tutta la rete fognaria all’azienda incaricata”.Sulla vicenda  è intervenuto Antonio Cesarano, padre di Genny, vittima innocente della camorra, in una stesa nel Rione Sanità. “La situazione deve migliorare, così che non si ripeta ciò che è accaduto a mio figlio. I proiettili non sono solo 8, ma molti di più, ne sono certo. Lancio un appello: non ne possiamo più Allontaniamo queste persone, che si sentono padroni della città. Non mi fermo, quando sento degli spari rivivo, nella mia mente, quell’episodio doloroso. La morte di Genny deve essere un esempio, che non sia stato tutto vano” ha affermato.


Articolo pubblicato il giorno 3 Ottobre 2019 - 10:22

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