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Modernità e tecnologia, l’evoluzione del gioco

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Scommesse e gioco d’azzardo sono due risvolti di una medesima tematica che potremmo definire storica. La passione per il gioco è insita nell’animo di ogni persona e fa leva su quello spirto di sfida verso la sorte che fa parte di ognuno di noi, capace di darci quella piccola scarica di adrenalina che scaturisce dal brivido di imprevedibilità dato dall’esito di una scommessa o di una giocata.

GLI INIZI

Il concetto di gioco d’azzardo nasce in tempi molto antichi, tanto che si ritiene che il primo gioco sia nato in Egitto oltre cinquemila anni fa, e la cosa ha assunto poi un carattere globale andando a coinvolgere civiltà anche molto diverse e distanti tra loro, come quella giapponese, indiana, romana e greca, a testimonianza del fatto che quella per il gioco è una passione trasversale a tutti gli esseri umani. Nell’Antica Roma le due facce della medaglia – giochi d’azzardo e scommesse “sportive” – andavano di pari passo, e c’era l’uso, nei giorni di festa, di recarsi agli ippodromi o nelle arene per scommettere su gare di carri (bighe e quadrighe) o sugli scontri tra gladiatori.

LA CRESCITA

Col passare del tempo il gioco si è evoluto verso forme meno cruente e hanno iniziato a sorgere zone delle città, poi sviluppatesi in strutture vere e proprie, dove era tipico scommettere e giocare d’azzardo. Risale infatti al 1638 l’apertura del primo casinò al mondo così come lo intendiamo oggi, nella fascinosa cornice di Venezia, dove il Ridotto di San Mosè (il ridotto è storicamente quella zona ricreativa nei teatri in cui le persone vanno a rilassarsi tra la fine del primo e l’inizio del secondo tempo di una rappresentazione. Proprio qui nacque l’uso di giocare d’azzardo, nell’attesa che l’opera ricominciasse) aprì ufficialmente i battenti, salvo poi trasferire la sede del casinò presso Venezia Lido, negli anni ’30 del Novecento e, susseguentemente, a Ca’ Vendramin – sede attuale – dagli anni ’50 in poi.

Proprio in quegli anni, se da un lato a incarnare il gioco d’azzardo c’erano i casinò, dall’altro nasceva l’antesignano delle scommesse sportive odierne: il Totocalcio. La prima schedina risale al 1946 e contava un totale di dodici previsioni sul risultato di altrettante partite di diversi campionati italiani (a quel tempo il panorama calcistico era frammentato in una varietà maggiore di leghe, tra cui spiccava la Divisione Nazionale, che possiamo identificare con l’odierna Serie A). solo alcuni anni dopo si passò alla schedina a tredici previsioni, per poi diventare quattordici in anni più recenti.

L’EVOLUZIONE

Le storiche strutture sopracitate – casinò fisici e Totocalcio – rimangono ancora valide e praticate, tuttavia, in parallelo, assistiamo alla nascita di piattaforme che sfruttano il mezzo tecnologico di internet per portare la scommessa e il gioco d’azzardo a un livello molto più immediato e fruibile. Parliamo dei siti di scommesse, come ad esempio scommesse24.net, dove gli utenti possono accedere e praticare scommesse su innumerevoli sport, comodamente da casa propria su pc o dal proprio smartphone. Allo stesso modo, altri siti web consentono di praticare i tipici giochi da casinò in una versione del tutto digitalizzata e sfruttabile nella totale comodità e privacy. Inutile dire che un tale incremento del livello di accessibilità a questi divertimenti, ha fatto sì che molte persone si avvicinassero a questo mondo, andando ad aumentare enormemente la schiera di appassionati scommettitori e – conseguentemente – il giro d’affari che si cela dietro al mondo del gioco. Non è un caso che – secondo quanto riporta uno studio dell’EGBA (European Gaming & Betting Association) – siano proprio i provider di scommesse a sostenere anche economicamente i team e le leghe sportive, al fine di rendere sempre più diffuso il gioco (praticato e scommesso). 

È quindi chiaro che il comparto delle scommesse ha saputo adattare le proprie caratteristiche alle esigenze della modernità, sfruttando mezzi tecnologici precedentemente inediti e allargando così il bacino d’utenza potenzialmente a qualsiasi persona abbia accesso a internet.


Articolo pubblicato il giorno 11 Ottobre 2019 - 18:08
Redazione

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