Salerno. La salma di Melissa La Rocca, la studentessa di 16 anni morta, stamane intorno alle 9, in aula all’istituto scolastico Genovesi-Da Vinci di Salerno è stata restituita alla famiglia. L’autorità giudiziaria, infatti, non ha disposto l’autopsia. L’auto dei servizi funerari ha lasciato il cortile della scuola alle 12.30 sotto gli sguardi attoniti degli studenti affacciati alle finestre delle loro aule. Il silenzio è stato interrotto solo dal pianto di dolore dei familiari e degli amici che hanno raggiunto il plesso di via Principessa Sichelgaita. Il dirigente scolastico, Nicola Annunziata, uscendo dalla scuola, sottolinea di “non avere la maniera di spiegare ai ragazzi” come sia possibile che una giovane ragazza sia “crollata per terra e non si è più rialzata”. “I genitori – aggiunge – sono veramente distrutti e anche io. Di questa giornata rimane il tempo passato fuori dalla porta, mentre i medici cercavano di rianimare la studentessa. Mi è sembrata interminabile quella mezz’ora. Non finiva più, non usciva nessuno da la’ dentro e noi fuori che avevamo capito che le cose non andavano. I genitori, tra l’altro, ancora non c’erano. Per me, è stato terribile”. La classe terza dove era inserita la sedicenne è la stessa che, poco tempo fa, ha subito un altro lutto, un ragazzo morto in un incidente stradale.
Era impegnata in un esercizio di matematica alla lavagna la 16enne Melissa La Rocca. “Lo stava svolgendo”, ha raccontato Teresa Marino, docente di matematica che si trovava in classe al momento della tragedia. “All’improvviso ho visto che si girava. Ha toccato la cattedra. Mi sono accorta che si stava sentendo male. E’ caduta a terra, ho capito che era svenuta e ho detto ai ragazzi di chiamare subito il 118”, le parole della professoressa che insieme agli alunni ha provato a soccorrere la ragazza. Tentativi di strapparla alla morte effettuati anche dai sanitari del 118 che, pero’, si sono rivelati inutili. “Ora sarà tutto più difficile. Io sono sconvolta e anche i ragazzi”, ha detto la docente, visibilmente provata. La ragazza era originaria di San Mango Piemonte, comune alle porte del capoluogo di provincia. “Era una bella ragazza, studiosa, molto brava in matematica, molto amata dai compagni”, il ricordo dell’insegnante.
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