Antonello Velardi non è più sindaco di Marcianise. Nel pomeriggio si è riunito, davanti ad un folto pubblico (nonostante la diretta streaming) il consiglio comunale sotto la presidenza di Antimo Rondello che ha approvato la mozione di sfiducia che era stata presentata da 13 consiglieri comunali. Una sorta di record, quello portato a casa, suo malgrado, da Velardi: quello di essere stato il primo sindaco di una grande città ad essere stato sfiduciato in consiglio comunale.
Alla fine il sindaco ha preferito non presentarsi in aula, così come i consiglieri comunali che lo hanno sostenuto fino alla fine. Ha preferito non guardare dal vivo in aula coloro che lo hanno mandato a casa e che hanno messo, con due anni di anticipo, la parola fine alla sua amministrazione comunale. Una rottura politica (sulla gestione della nuova giunta) ma anche dettata da fattori umani, con un rapporto diventato non più recuperabile in particolare coi 5 dissidenti Tommaso Acconcia, Luciano Buonanno, Enzo Galantuomo, Telia Frattolillo e Gennaro Laurenza. E sono stati proprio questi consiglieri a decretarne la fine, con Acconcia a fare da portavoce della mozione in consiglio comunale. Un segnale chiaro di bocciatura politico-amministrativa di Velardi. Alla fine sono stati quindici i consiglieri comunali a votare la mozione. Oltre ai cinque dissidenti hanno votato anche i 9 dell’opposizione (Abbate, Moretta, Foglia, Bucci, Pasquale Guerriero, Amarando, Antimo Zarrillo, Vallosco, Salzillo). Si è astenuta invece la consigliera di Campania Libera Maria Di Lernia, che proprio nei giorni scorsi aveva preso definitivamente le distanze dall’amministrazione comunale.
A parlare per il gruppo dei consiglieri pro Velardi è stato Raffaele Guerriero del Partito democratico che ha letto un documento: “Sono solo semplici e banali pretesti che consegnano la città ad un commissario prefettizio. Anche io sono stato critico nei confronti del sindaco, ma da qui a firmare una mozione di sfiducia è esagerato. Si sarebbe dovuto continuare lungo la strada del dialogo. Ne’ Marcianise ne’ i marcianisani meritano il quarto commissariamento consecutivo. Devo dare merito al sindaco per le battaglie portare avanti nel corso della sua amministrazione comunale e lo ringrazio pubblicamente per quanto fatto con la Lea per i rifiuti”.
L’ultimo messaggio è ai consiglieri di opposizione: “Li invito a non essere esibizionisti e ad evitare spettacoli pirotecnici così come si sente dire da qualche giorno” (cosa che si è verificata in piazza Umberto I al termine del Consiglio Comunale). Lo hanno seguito poi Lorenzo Gaglione (con invito ai dissidenti a no votare la mozione), Domenico Amarando, Antimo Zarrillo, Pasquale Guerriero, Luciano Buonanno, Dario Abbate e la stessa Di Lernia che ha motivato la sua decisione di staccarsi dall’amministrazione.
Articolo pubblicato il giorno 14 Ottobre 2019 - 20:16