“Per i progetti Bros, tra il 1999 e il 2010 sono stati stanziati circa 200 milioni. Erano soldi messi a disposizione da chi ci ha preceduti in Giunta. Poi con Stefano Caldoro si è cambiato rotta”. Non ha usato mezzi termini per descrivere la situazione che si è vissuta a Napoli durante le proteste dei disoccupati organizzati aderenti al cosiddetto Coordinamento Bros solo 6 anni fa, con azioni anche violente tanto da far partire una indagine della procura che ha portato all’arresto e al processo per 35 persone accusate di associazione per delinquere, interruzione di pubblico servizio, violenza privata e minacce. A testimoniare nell’aula 117 del Tribunale di Napoli l’ex assessore al Lavoro, Severino Nappi. “Con Caldoro si decise di inserire questa tipologia di disoccupati nel settore del lavoro privato. Ho subito minacce e per cinque anni sono anche stato sotto scorta”, ricorda. L’avvocato Domenico Ciruzzi, difensore di alcuni degli imputati, ha chiesto all’ex assessore se quelle minacce potessero essere riconducibili ad altri lavoratori e non ai Bros. “C’erano anche altre vertenze, come quella relativa all’Astir – spiega Nappi – ma si trattava di vicende che avevamo in condominio con l’assessorato all’Ambiente”.
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