Condannato a 20 anni di carcere per aver gettato la figlia di appena sei anni dal balcone di casa (al terzo piano nel rione Paolo VI a Taranto) dopo un litigio con la moglie dalla quale era separato. Poco prima di lanciare nel vuoto la figlia, che era a casa della nonna paterna che l’aveva in affidamento dopo la separazione della coppia, l’uomo aveva colpito alla gola con un coltello il figlio di 14 anni (che riportò ferite non gravi). La condanna è stata emessa ieri sera a Taranto dal giudice dell’udienza preliminare Wilma Gilli al termine del rito abbreviato. Tentato omicidio aggravato, lesioni gravissime, maltrattamenti, resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo ha 50 anni e il fatto avvenne un anno fa, il 7 ottobre del 2018. La bambina riportò lesioni gravissime e per diverso tempo è stata tra la vita e la morte. Nelle ore successive al fatto, fu sottoposta nell’ospedale di Taranto a diversi interventi chirurgici. Lo scorso aprile l’Asl Taranto dette notizia del progressivo miglioramento della piccola. La situazione – disse l’Asl tornando a quei giorni di ottobre 2018 – apparve subito molto grave: la caduta aveva causato un trauma cranico commotivo, un trauma facciale e gravi lesioni al torace e all’addome. Dopo un intervento eseguito in urgenza e ulteriori interventi eseguiti nei giorni successivi, che sono stati necessari per la risoluzione delle lesioni toraco-addominali e la stabilizzazione dell’emodinamica, e nonostante il lavoro incessante interdisciplinare dei medici e del personale sanitario del Presidio ospedaliero centrale “SS.Annunziata”, le speranze di sopravvivenza della bambina “apparivano comunque molto basse”. “Dopo 10 giorni di cure incessanti ed altamente qualificate, con la bambina ancora in stato di coma profondo, avvenne il trasferimento – così l’Asl Taranto ha ricostruito la vicenda – presso la Terapia Intensiva Pediatrica del Policlinico Gemelli di Roma, centro di eccellenza. Qui la piccola, accolta dalla eccezionale professionalità e dall’amore di tutto il personale, ha trascorso quattro mesi in cui, dopo diversi interventi chirurgici, è stato possibile completare il magnifico lavoro iniziato fino all’uscita dal coma, avvenuta nel mese di novembre, e alla soluzione definitiva di tutte le lesioni che avevano offeso il piccolo corpicino”. Nadia, a febbraio 2019, ha detto ancora l’Asl Taranto, è stata ricoverata presso una importante struttura riabilitativa pediatrica “con il pieno recupero della coscienza e della funzionalita’ del suo organismo”.
Articolo pubblicato il giorno 3 Ottobre 2019 - 07:29