Era il 26 febbraio 2007 quando polizia e carabinieri arrivarono tra i vicoli di Forcella, nel cuore del centro antico di Napoli. Una risposta dello Stato al ‘sistema Giuliano’ che per quattro decenni aveva gestito ogni tipo di affare, legale e illegale, tra i vicoli. Le forze dell’ordine perquisirono oltre mille case e arrestarono 170 persone. Fecero piazza pulita (e difatti fu chiamata cosi’ la retata) di vecchi boss e delle nuove leve dei clan, che erano sotto il controllo dei Mazzarella. Una ‘guerra’ che tre anni prima aveva portato alla morte della 14enne Annalisa Durante, colpita da una pallottola vagante esplosa da un rampollo dei Giuliano, Salvatore ‘o russo’, finito nel mirino di killer dei Mazzarella. Tutt’ora i vicoli sono divisi tra le due cosche. Ma oggi la prima sezione penale della Corte d’Appello di Napoli ha confermato nella quasi totalita’ la sentenza di primo grado, infliggendo quasi settecento anni di carcere agli imputati. Tra questi ci sono i vertici del vecchio clan, ma anche Salvatore Ponticelli, Giuseppe e Ciro De Tommaso, padre e zio di Gennaro detto ‘a carogna, nonche’ Enrico e Renato Ferraiolo, boss del gruppo della Maddalena. E poi ci sono nomi altisonanti dei Giuliano, i cugini Guglielmo, Salvatore ed Erminia Giuliano. Le pene per tutti oscillano tra i 30 e gli 8 anni di reclusione.
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