“Fare con il Pd come Macron con i socialisti” francesi, che li ha prosciugati di voti fin quasi a farli sparire: Matteo Renzi chiude la decima Leopolda con quella che dal suo ex partito viene considerata come una dichiarazione di guerra. Ma Italia Viva e’ nata e ora deve andare a caccia di consensi: il leader guarda sia nel centrosinistra che nel centrodestra, lanciando dal palco l’esca “a dirigenti e a militanti di Forza Italia a disagio con Salvini. “Venite a darci una mano”, fa Renzi, esplicito come mai prima. Una doppia Opa per smuovere Iv da sondaggi che per ora la danno al massimo sotto il 5%. Un invito a cui risponde negativamente la tanto corteggiata Mara Carfagna che replica all’ex premier con una battuta netta: non siamo alla ricerca di nuovi padroni ed FI non implodera’, e’ il succo del suo ragionamento. Il senatore prova poi a rassicurare il governo spiegando che non stacchera’ la spina anzitempo. Anche se qualcuno dei suoi racconta di un rapporto buono con Luigi Di Maio e invece di uno pessimo con Giuseppe Conte. “L’obiettivo e’ concludere la legislatura ed eleggere nel 2022 un presidente della Repubblica europeista e non sovranista – dice nel discorso finale della tre giorni di Firenze -. Ho fatto nascere l’esecutivo per salvare l’Italia da Salvini”. Ma Italia Viva vuole farsi sentire in maggioranza, battendo sul no all’aumento delle tasse e sulla cancellazione (quasi impossibile al momento) di Quota 100. Renzi propone di cancellare “balzelli per due miliardi tagliando spese inutili per 2 miliardi”. E mette a disposizione 5 esperti. Lo scontro aperto con il Pd e’ partito ieri da Maria Elena Boschi che ha bollato i dem come “partito delle tasse”. Ed e’ continuato con Teresa Bellanova. “A chi non vede la differenza tra il Papeete e la Leopolda – afferma la ministra renziana dal palco di Firenze -, tra S.Giovanni e questa splendida comunita’ dico: avete un grave problema, siete animati dal rancore”. “Aggredire solo il Pd, che ha consentito a chi lo fa di essere in Parlamento e al Governo, ormai e’ una ossessione per chi non ha argomenti – risponde dalla segreteria dem Stefano Vaccari -. Non resta che augurare buon viaggio a chi comincia la sua avventura con un tale carico di rancore e di odio. Il nostro avversario e’ la destra”. Quest’ultimo concetto ricordato da Nicola Zingaretti in mattinata. Il tema non e’ ormai tanto il passato, quanto il futuro. Italia Viva si presentera’ sicuramente alle elezioni nel 2023, se la legislatura seguira’ il suo corso, dice il coordinatore nazionale Ettore Rosato. Fino ad allora, si valutera’ cosa fare nel voto amministrativo, a partire dalle prossime regionali. La competizione tra il Pd e gli scissionisti rischia di spostarsi presto dalla maggioranza di governo ai territori. Senza escludere nuovi transfughi dalla pattuglia parlamentare dem a quella di Renzi. “Per i nostri amici rimasti nel Pd le porte sono sempre aperte”, garantisce il leader di Iv. Da qui il sospetto sulla “quinta colonna” renziana rimasta tra gli eletti dem di Camera e Senato, lo spettro di una “fase due” nella quale altri parlamentari – di quella che fu la maggioranza di Renzi – lascino il partito democratico per Italia Viva. “Migliaia di amministratori locali aderiranno” nei prossimi mesi, dice Renzi. “Il nostro progetto – spiega l’ex Rottamatore – parte per rappresentare quell’area liberale, democratica e riformista di cui il Paese, stretto dall’accordo 5 Stelle-Pd da una parte e dai sovranisti dall’altra, ha bisogno”. Renzi chiude una Leopolda da pienone, con un record di pubblico e quasi assenza di personaggi famosi. Nell’ultima giornata solo l’imprenditore Brunello Cucinelli sul palco – un habitue’ – e l’ex vip Lele Mora “venuto a salutare l’amico Matteo”. Renzi cita Aldo Moro, poi dagli altoparlanti, dopo il discorso conclusivo, arriva la voce di Tommaso Paradiso con la hit ‘Non avere paura’. Anche lui ha fatto la sua scissione dalla band “Thegiornalisti”.
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