Volevano “uccidere” Niccolò Bettarini i quattro giovani condannati a Milano in primo grado in abbreviato a pene comprese tra i 5 e i 9 anni di carcere per aver colpito il figlio dell’ex calciatore e della conduttrice tv Simona Ventura con coltellate, calci e pugni il primo luglio 2018 fuori dalla discoteca milanese ‘Old Fashion’, dove aveva passato la nottata con un gruppo di amici. Lo ha sostenuto il sostituto procuratore generale Giulio Benedetti nella requisitoria con cui alla Corte di Appello ha chiesto un lieve ritocco, per un errore di calcolo, della sentenza del gup e quindi di rideterminare le pene per Davide Caddeo e Albano Jakej da 9 a 8 anni di carcere e da 6 anni e mezzo a 6 anni e 4 mesi. Per il resto ha proposto la conferma dei 5 anni e 6 mesi per Alessandro Ferzoco e dei 5 anni per Andi Arapi. Il pg ha affermato che “le coltellate penetranti inferte in prossimità degli organi vitali” a Bettarini jr aggredito in un luogo “scarsamente illuminato” e “da un gruppo indeterminato di persone di cui ne sono state individuate solo 4 e delle quali uno armato configura il tentato omicidio” e non rissa. Prima del pg, che ha chiesto ai giudici di rigettare i motivi d’appello delle difese e la tesi secondo cui gli imputati sarebbero stati provocati dal figlio di Simona Ventura, Caddeo ha reso dichiarazioni spontanee. “Mi spiace per quel che e’ successo – ha affermato in aula – Non era mia intenzione, ma era solo per reagire a una provocazione”. A questo proposito il sostituto procuratore generale ha fatto notare: “Anche se dessimo per scontato che Bettarini ha dato per primo un pugno, questo giustifica nove coltellate date per uccidere?”. E poi, ha ricostruito il pg, che ha condiviso la sentenza di primo grado, “tutti hanno visto il coltello e tutti hanno continuato a pestare Bettarini”
Articolo pubblicato il giorno 28 Ottobre 2019 - 14:56 / di Cronache della Campania