“La decisione di non accogliere il ricorso dell’Italia e’ figlia di una scarsa conoscenza del modello mafioso italiano. Non e’ un caso che l’abolizione dell’ergastolo fosse uno dei punti del papello di Riina per fermare le stragi. Questa legge, dura ma non incostituzionale, pone i mafiosi davanti a un bivio: essere fedeli a Cosa nostra e pagarne le conseguenze o collaborare con lo Stato e iniziare il processo di ravvedimento e rieducazione previsto dalla Costituzione. Senza di questo non si puo’ concedere alcun beneficio”. Cosi’ Piero Grasso, che e’ stato procuratore nazionale antimafia oltre che capo della procura di Palermo, commenta interpellato dall’ANSA la decisione della Corte di Strasburgo. “Fortunatamente – aggiunge- la sentenza non avra’ effetti immediati, aspettiamo la Corte Costituzionale che si dovra’ pronunciare in merito nelle prossime settimane. A proposito di questo ricordo anche che la norma ha gia’ un comma, l’uno bis, che prevede le eccezioni per collaborazioni impossibili o irrilevanti, purche’ si escluda l’attualita’ dei collegamenti: bastano abbondantemente”.
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