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Emergenza carceri a Napoli, Basentini: “Già 300 camorristi trasferiti in penitenziari del Nord”

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Carceri fuori controllo, faide di camorra con stese e paranze, infiltrazioni criminali nell’economia e sottorganico delle forze di polizia. La politica ha il dovere di raccogliere, ciascuno per le proprie competenze, l’allarme del Procuratore capo di Napoli Giovanni Melillo lanciato in Commissione Antimafia. Ne va del futuro di una comunità e di una città”. Lo dice il deputato e segretario di Presidenza della Camera, Alessandro Amitrano (M5s). “Napoli – ha aggiunto – deve diventare una priorità nazionale. Solleciterò il governo affinché predisponga un Piano interministeriale con fondi, personale e tecnologie, che coinvolga diversi settori quali sicurezza, giustizia, cultura, istruzione, lavoro e welfare, per affrontare in modo incisivo e strategico le emergenze sociali che compromettono il tessuto vivo e sano della città”. il Capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria Francesco Basentini ha illustrato al quotidiano Il Mattino le strategie messe in campo per arginare il fenomeno: ” È in atto una redistribuzione dei detenuti in regime di alta sicurezza, sia i capi che i gregari dei sodalizi criminali organizzati. A Napoli, per esempio, sono già 300 i reclusi campani con condanne per reati di mafia che abbiamo già trasferito in altre strutture, tutte al Centro e al Nord. Nei primi nove mesi di quest’anno sono stati eseguiti 587 sequestri di sostanze stupefacenti e 1412 telefonini. Di fronte a questa situazione abbiamo deciso di rispondere immediatamente”, ha spiegato Basentini. E poi ha aggiunto: “Abbiamo acquistato 90 apparecchi per il controllo radiografico dei pacchi, suddivisi in tre lotti da 30, sono in distribuzione ai Provveditorati che poi li assegneranno agli istituti sul territorio. La loro installazione verrà ultimata nella primavera del prossimo anno. Poi ci sono 40 metal detector già distribuiti, 40 jammer, apparecchi che disturbano le frequenze telefoniche.Sempre per neutralizzare ogni tentativo di colloquio telefonico non autorizzato verso l’esterno ci siamo dotati anche di due importanti e costosi strumenti – gli apparati Imsi – capaci di catturare le frequenze telefoniche; ed infine: 200 rilevatori manuali di telefoni cellulari, anche quando sono spenti, e 65 rilevatori di traffico di fonia e dati”.

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Articolo pubblicato il giorno 26 Ottobre 2019 - 07:27


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