#VERITA' PER ANGELO VASSALLO
#VERITA' PER ANGELO VASSALLO
ULTIMO AGGIORNAMENTO : 17 Aprile 2025 - 18:53
16.6 C
Napoli
Funivia del Faito, il tragico precedente del 1960: anche allora...
Caduta la Funivia sul Monte Faito: 4 morti e un...
Brinkmann compie 125 anni: la storica orologeria di Napoli premiata...
Proiettile in una busta al Comando dei vigili di Bacoli....
Champions League, ecco chi può vincere adesso: le percentuali del...
Un solo biglietto per viaggiare nella storia: Pompei fa rete...
Pasqua e Pasquetta al Parco di Ercolano: un viaggio tra...
Paura sulla funivia del Faito: cade un cavo, passeggeri sospesi...
L’odissea dell’Intercity Notte 755: da Milano a Lecce, mai arrivato...
Edoardo Leo al The Space Cinema Napoli
Ritorna il Lab di cinema dell’Orientale con il docente, regista...
Napoli, sequestrata falegnameria abusiva a Bagnoli: emissioni nocive nell’aria
San Marcellino, sequestrate oltre 160 carcasse di carne: donate al...
Pasqua amara nei Campi Flegrei: turismo in calo del 20%,...
Campi Flegrei, la Cgil contro Crosetto: “No a speculazioni sul...
Tentato omicidio a Capaccio Paestum: fermato un uomo
Sant’Agnello, riparato con urgenza il collettore fognario a Marina di...
Caserta, blitz dei Carabinieri a Marcianise: tre arresti, denunce 
Benevento, viola il divieto di avvicinamento e minaccia di morte...
Pozzuoli, scarti tessili abbandonati nella Terra dei Fuochi: sequestrata un’azienda...
Il 22 aprile alla Feltrinelli di Salerno la presentazione del...
La Juve Stabia in visita ai piccoli pazienti del San...
Immigrazione clandestina e corruzione: arrestato funzionario dell’Ispettorato del Lavoro di...
Ponticelli, operaio ucciso per errore in un agguato di camorra...
Napoli, rissa in strada tra stranieri a Piazza Garibaldi
COMICON Napoli 2025: ospiti, eventi e mostre dal 1 al...
Eric Mormile scatena polemiche con il suo ultimo brano, un...
Vomero e Arenella, sei rapine in 15 minuti: presi i...
Nasce SitoWebSicuro.com: la prima piattaforma di hosting con cybersicurezza integrata...
Ezio Abbate annuncia l’uscita del suo secondo romanzo Ti vengo...

Dalla prigione alla nazionale, la favola per Rube’n Semedo

facebook

SULLO STESSO ARGOMENTO

Dalle lacrime di disperazione a quelle di gioia, dalla tristezza di una prigione alla felicita’ della convocazione in nazionale da dietro le sbarre alle luci della massima ribalta. Rube’n Semedo non dimentichera’ mai questo brusco passaggio dal disastro al trionfo, dai cinque mesi di detenzione in carcere dell’anno scorso, alla chiamata nel suo Portogallo, dalla carriera che sembrava definitivamente rovinata alle due partite dell’11 e del 14 ottobre per le qualificazioni agli Europei di calcio, contro Lussemburgo e Ucraina. E diventera’ magari il soggetto di un film: lui, il centrale del Villareal, 1.89, 25 anni compiuti ad aprile, che, dopo essere stato nel mirino anche del Napoli e del Southampton, il 22 febbraio 2018, e’ stato arrestato in Spagna, con l’accusa di sequestro di persona, assalto e violenza contro un uomo, che avrebbe minacciato a casa sua, con una pistola, sottraendogli circa 20 mila euro, piu’ alcuni oggetti, fra cui un computer. Lui che, dopo la detenzione, e’ stato rilasciato dietro una cauzione di 30 mila euro di ammenda, con la richiesta della corte di mantenersi ad almeno 300 metri dalla vittima e di comunicare ogni settimana i propri spostamenti, e’ tornato calciatore. Non al Villareal che l’ha sospeso senza stipendio, ma all’Olympiakos in Grecia. Dove e’ arrivato dal Rio Ave e dove, con allenatore il connazionale Pedro Martins, ha debuttato l’1 marzo in Champions League contro la Stella Rossa, perdendo 3-1, realizzando l’unico gol dei greci e guadagnandosi la convocazione in nazionale da parte del selezionatore Fernando Santos. Che spiega: “Ruben e’ l’unica grande novita’, nel gruppo di cinquanta giocatori che tengo sotto osservazione e che ruoto, a seconda delle situazioni. Anche se una persona commette un errore, ha il diritto di tornare a vivere. Rube’n ha dimostrato di saper reagire, lo abbiamo seguito, sta andando bene, volevamo gia’ convocarlo prima, non era infortunato, e ora lo abbiamo chiamato: per quello che puo’ dare alla squadra ma anche perche’, socialmente, e’ una cosa molto importante”. Chissa’ quante volte, nel ritiro del Portogallo, i media cercheranno di farsi spiegare com’e’ possibile che un calciatore, che si ritiene benestante e lontano da simili tentazioni, possa essere stato coinvolto in un sequestro di persona, con alcuni complici insieme ai quali e’ stato accusato di aver imbavagliato, picchiato e costretto a consegnare le chiavi di casa al dipendente di un night-club. Raccontera’ della sua difficile infanzia a Capo Verde, dov’e’ originario e dov’e’ cresciuto, senza il padre, che era stato arrestato quando lui era bambino, mentre la madre si alzava all’alba per andare tutto il giorno al lavoro. Raccontera’ dei mille pensieri durante la detenzione a Villareal. Come ha fatto al giornale La Bola: “Ho pianto spesso, ma mai davanti agli altri. Mi succedeva di restare sdraiato per ore senza riuscire a dormire davvero, riuscivo solo a pensare soltanto ai miei figli e alla mia famiglia che soffriva, a come sia sempre meglio passare il tempo con loro piuttosto che con persone a cui non importa niente di te”. Raccontera’ di come la giustizia non guardi in faccia nessuno, delle lungaggini procedurali, delle paure di chi si sente naufragare da un giorno all’altro, transitando dal dorato mondo del calcio a una prigione: “I mie legali erano sicuri che avremmo risolto tutto in un paio di settimane al massimo, ma dopo il secondo mese dietro le sbarre ho cominciato a temere che non sarei mai piu’ tornato a giocare a calcio”. Raccontera’ le differenze fra condividere una stanza d’albergo con un compagno al raduno della nazionale e un detenuto, magari con tendenze suicide, com’e’ successo a lui. Raccontera’, di sicuro, di aver imparato la lezione e di apprezzare la seconda possibilita’ che gli sta dando la vita. Oppure, magari, avra’ ragione la tesi della sua manager, Catia Balde, che sostiene: “Rube’n e’ stato vittima di una frode, non ha reagito nel modo ideale, ma e’ la vera vittima di questa storia”. La pistola trovata a casa del calciatore non sarebbe stata sua, cosi’ come sarebbe falso che si sia trattato di “rapimento e tortura”. Ma qualcosa dev’essere successo e qualche errore Rube’n Semedo deve averlo compiuto per finire addirittura in prigione per cinque mesi.


Articolo pubblicato il giorno 7 Ottobre 2019 - 16:53

ULTIM'ORA


DALLA HOME

Abbonati per navigare senza pubblicità su Cronache della Campania

IN PRIMO PIANO

LE VIDEO STORIE

Cronache è in caricamento