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Curia paga gli studi all’Imam, si laurea in teologia

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Ex profugo yemenita arrivato ragazzino in Italia 16 anni fa e oggi guida spirituale musulmana nel carcere fiorentino di Sollicciano prendera’ presto la laurea in teologia cristiana presso la Facolta’ teologica dell’Italia centrale a Firenze. Hamdan Al Zeqri, 33 anni, il 15 ottobre discutera’ la tesi e diventera’ dottore in scienze religiose, titolo che lo abilita anche a insegnare la religione cattolica nelle scuole. I suoi studi sono stati pagati dalla Curia mentre l’iscrizione a teologia cristiana e’ stata fortemente voluta dalla Comunita’ islamica fiorentina nell’ottica di rafforzare il dialogo interreligioso anche attraverso la conoscenza diretta della religione cristiana. Al Zeqri e’ cittadino italiano dal 2017, lavora in un’azienda aerospaziale del Mugello ed e’ anche mediatore culturale in tribunale. Nella comunita’ islamica fiorentina siede nel consiglio direttivo ricoprendo il ruolo di responsabile del dialogo interreligioso, e della formazione spirituale coranica ai giovani. Il neo dottore diventera’ il primo esponente di una comunita’ islamica italiana, con incarichi ufficiali, a laurearsi in scienze religiose. Titolo della tesi ‘Profilo e responsabilita’ del ministro di culto islamico in carcere’. Alla discussione della tesi sono attesi sacerdoti, imam e autorita’ religiose islamiche da tutta Italia. Il percorso di studi e’ stato fortemente voluto dal Mohamed Bamoshmoosh, responsabile del dialogo interreligioso della comunita’ islamica, e da monsignor Andrea Bellandi, ex vicario generale dell’Arcidiocesi di Firenze e oggi arcivescovo di Salerno. Per quattro anni Al Zeqri ha studiato a fianco di seminaristi, sacerdoti e suore. “Molti dei miei migliori amici sono preti – spiega lo stesso Al Zeqri -. E’ stata un’esperienza per andare oltre gli stereotipi e i pregiudizi, per conoscere gli altri oltre i luoghi comuni. Ho scoperto che Islam e Cristianesimo hanno tantissimo in comune sul piano umano e sociale. Resto un musulmano ma sono innamorato di Gesu’. Piu’ capivo chi era Gesu’, meglio vivevo il mio essere islamico”. Per Al Zeqri, “la verita’ e’ che studiare la religione degli altri non significa affatto rischiare di convertirsi ma capire loro fino in fondo”. “Sia ben chiaro – osserva ancora – la Diocesi di Firenze, a tutti i livelli, non solo non ha tentato di convertirmi ma mi ha appoggiato in tutti i modi e cercato di farmi sentire a mio agio come islamico”.


Articolo pubblicato il giorno 5 Ottobre 2019 - 20:11

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