foto archivio
“Da una serie di documenti che ci sono stati trasmessi emerge in maniera chiara la strategia adottata dai camorristi per ottenere degli alloggi popolari dove, spesso e volentieri, vengono destinati a scontare le condanne agli arresti domiciliari. Attraverso una separazione fittizia, la coniuge si ritrova mendacemente senza reddito e acquista, nominalmente, i requisiti per l’assegnazione di un appartamento di edilizia popolare e per le altre misure di sostegno al reddito. Il marito, una volta condannato, qualora destinato agli arresti domiciliari, ottiene di scontare la pena nella casa illecitamente occupata dalla moglie. In pratica non solo un camorrista fa del male all’intera comunità con i suoi atti delinquenziali poi, alla fine della fiera, ottiene anche un alloggio dallo Stato”. Lo rende noto il consigliere regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli. “Non possiamo accettare – prosegue Borrelli – che degli appartamenti costruiti per dare un alloggio a chi ne ha bisogno finiscano per essere occupati dalle famiglie dei camorristi. Come noto le case popolari sono appetite dalla criminalità organizzata per sistemare sodali e familiari ma, in questo caso, siamo ad un livello superiore, di apparente legalità di una situazione profondamente illegale. Abbiamo dunque trasmesso tutti gli elementi in nostro possesso alla Procura della Repubblica. Speriamo possano essere utili alla magistratura per impedire che i camorristi mettano le mani sugli alloggi popolari”.
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