“Chi salva vite umane non puo’ mettere a repentaglio la propria. Episodi di aggressioni e minacce, anche di morte, ai danni di medici e infermieri sono oramai all’ordine del giorno. Lavorare nei pronto soccorso della Campania, dove il fenomeno si avverte molto piu’ che altrove, equivale a lavorare in trincea. E non possiamo piu’ permetterlo”. Cosi’ la capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle Valeria Ciarambino, che sulla questione delle reiterate aggressioni negli ospedali partenopei ha presentato un’interrogazione e ha lanciato una petizione pubblica. “Di fronte a quella che si presenta come una vera e propria emergenza che di recente ha fatto registrare un’escalation incredibile di episodi di violenza – si chiede Ciarambino – cosa hanno fatto i vertici delle nostre Asl regionali? Garantire la sicurezza in un luogo di lavoro compete al datore di lavoro, eppure i dirigenti delle nostre strutture ospedaliere non hanno adottato alcun provvedimento a tutela del personale, pur avendone le risorse. Addirittura in casi come la piu’ recente aggressione al Loreto Mare, si e’ rivelata del tutto inefficace la videosorveglianza e non si capisce il perche’ del mancato intervento delle guardie giurate e degli agenti in servizio al drappello di polizia”. “Chiediamo – sottolinea Ciarambino – sistemi sicuri di chiusura delle porte di accesso ai pronto soccorso, che visitatori e accompagnatori vengano identificati e che vengano installate telecamere ad alta risoluzione con rilievi antropometrici, posizionate in tutti i punti di accesso. Bisogna istituire in ogni pronto soccorso un drappello di pubblica sicurezza e garantire la presenza di vigilanza armata in luogo del semplice portierato. E’ necessario – prosegue – riorganizzare percorsi di emergenza e urgenza e adeguamento degli organici, affinche’ le risposte ai cittadini siano date in tempi adeguati. Bisognera’ inoltre dar vita a una campagna comunicativa sull’esistenza di una politica aziendale di “tolleranza zero”. Sottoporremo, la nostra petizione a tutti i lavoratori della sanita’. E’ il momento di unire le forze e di non fermarsi piu’ finche’ non avremo ottenuto sicurezza per chi lavora nei nostri ospedali. Noi siamo al loro fianco”.
Articolo pubblicato il giorno 2 Ottobre 2019 - 18:43