Castellammare di Stabia. “Non sono un Camorrista” ha provato così a difendersi, Alfonso Cesarano, ieri sentito dal gip Giovanna Cervo che l’ha interrogato per l’interrogatorio di garanzia. Cesarano è stato destinatario di un’ordinanza di applicazione di misura cautelare insieme ad i suoi parenti Cesarano Saturno, Cesarano Alfonso (62enne), Cesarano Giulio, Cesarano Catello e Cioffi Michele. Tuttavia Cesarano, classe ’58, è l’unico ad essere finito in cella mentre gli altri sono ai domiciliari. Questa operazione messa a segno dai carabinieri di Torre Annunziata ha scosso un’intera città. Nessuno non ha mai avuto a che fare con Alfonso Cesarano che da anni gestisce in città i servizi cimiteriali. Le accuse sono di trasferimento fraudolento di valori in concorso, con l’aggravante dell’aver commesso il fatto per agevolare il raggiungimento delle finalità illecite dell’associazione di tipo mafioso denominata clan D’Alessandro, nonché avvalendosi della forza intimidatrice della predetta organizzazione. Cesarano, assistito dai suoi avvocati, ha provato a difendersi sostenendo di non aver alcun rapporto con la criminalità organizzata. Nella prossima settimana saranno ascoltati gli altri arrestati. A raccontare la figura di Alfonso Cesarano sono stati Raffaele Polito, Salvatore Belviso, Roberto Perrone, Giuliano Saturnino, e Cavaliere Renato che hanno dato il via alle indagini.
Articolo pubblicato il giorno 26 Ottobre 2019 - 16:03