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Arriva a Napoli il progetto didattico di Pino Carbone. Da giovedì 10 ottobre al Teatro Nuovo e alla Sala Assoli

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E’ il percorso artistico multiforme, tra scritture inedite, richiami ai classici e l’impegno civile, ad aver sempre contraddistinto l’autore e regista partenopeo Pino Carbone, che porterà a Napoli, da giovedì 10 a domenica 13 ottobre 2019, al Teatro Nuovo e alla Sala Assoli, il suo ultimo progetto in forma di dittico, presentato in anteprima alla Biennale Teatro, lo scorso mese di luglio, per un evento/residenza condiviso e promosso da Teatro Pubblico Campano e Casa del Contemporaneo.
Saranno due le creazioni in scena nelle sale di Montecalvario, a partire da Assedio, che inaugurerà la stagione teatrale 2019/2020 del Teatro Nuovo, da giovedì 10 a domenica 13 ottobre, e ProgettoDue, che, da venerdì 11 a domenica 13 ottobre alla Sala Assoli, darà vita alla “Maratona Sopra/Sotto”.
Presentato da Teatri Uniti in collaborazione con Ex Asilo Filangieri, il progetto pone l’accento sul lavoro di Pino Carbone che, a partire dalla riscrittura di testi mutuati dai miti o dalle fiabe, affonda nel genere melò in chiave contemporanea, adoperando le musiche originali, in chiave drammaturgica e, nel caso di Assedio, in forma di live-performance.
Assedio, in prima teatrale a Napoli, è un lavoro di adattamento e riscrittura dal Cyrano de Bergerac, classico di Edmond Rostand di fine ‘800, che trasporta l’eroe romantico ai nostri giorni, sullo sfondo dell’assedio di Sarajevo, quando la guerra irrompe nella vita con le sue devastazioni mutandone per sempre i destini.
L’amore tra Rossana, Cristiano e Cyrano, diventa in astratto il “concetto d’amore” che s’incontra con i concetti di bellezza e poesia, ma la guerra non s’intende di bellezza, e non si intende di poesia. Arriva e s’impadronisce del racconto e della geografia, del tempo e dello spazio. Detta i ritmi e il susseguirsi delle azioni, strappando letteralmente pagine e pagine del testo.
Assedio è un lavoro sulle conseguenze del conflitto, sulla perdita, sulla distruzione e sul tentativo emotivo di ricostruire. Un lavoro in balìa della poesia e della guerra: come un racconto di bambini che vogliono giocare alla loro storia, senza essere sgridati o interrotti dai grandi.
ProgettoDue nasce dall’accostamento in sequenza di PenelopeUlisse (2017) e BarbablùGiuditta (2010), variazioni sul tema della fiaba e del mito uniti dal genere melò e con un rovesciamento di senso finale.
Passato e presente, fiaba e mito, il mostro (Barbablu) e l’eroe (Ulisse) si “incontrano” in uno spazio teatrale che racconta l’incontro e lo scontro tra il privato e il pubblico, tra la sottomissione e la ribellione, tra l’accettazione e la resistenza, tra la paura e i desideri, la solitudine, l’innocenza e la colpa.
ProgettoDue si nutre di due incontri vissuti in apnea dai protagonisti, che solo nel finale, tragico in un caso e lieto nell’altro, ricominciano a respirare come corpo unico.
Il lavoro sui testi nasce per entrambi i lavori (una fiaba e un mito) da un gioco drammaturgico: il regista uomo ha scritto le parole del personaggio femminili (Giuditta e Penelope) e le attrici quelle di Barbablù e Ulisse: un rovesciamento dei punti di vista.
Ciò che resta dall’incontro-scontro è la dimensione umana delle due situazioni in scena, Un involucro che ci assomiglia e che possiamo indossare.
Due allestimenti scenici differenti fra loro, accompagnati dalle musiche originali dei Camera, per ProgettoDue, e dalla presenza live di Alessandro Innaro e Marco Messina (99 Posse), per Assedio.
Sono esplorazioni indicative della cifra registica di Pino Carbone, che pone al centro la drammaturgia originale, la musica dal vivo, l’uso di dispositivi audio e la stessa presenza in scena di Pino Carbone, che interviene per accompagnare lo spettacolo, creando una modalità narrativa che detta il ritmo, le relazioni e i conflitti.
In entrambi emergono due domande: Quanto l’uomo si nutre di conflitto? Quanto l’arte è figlia del conflitto? Le due questioni muovono e ispirano l’intero progetto, rendendo protagonista assoluto della proposta artistica il conflitto, in ogni sua forma: dal conflitto interiore a quello relazionale, fino al conflitto sociale e alla guer

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Articolo pubblicato il giorno 7 Ottobre 2019 - 08:01

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