Salerno. I gusti da scegliere, al momento, sono otto. Tanti per chi, fino a oggi, non poteva gustare una pizza che arrivasse dall’esterno. Le regole penitenziarie sono rigide e non lo consentono. Ma se la pizza è prodotta all’interno della struttura carceraria, ai detenuti basterà pagare 3 euro per addentare una margherita o una marinara fumante. Nella casa circondariale ‘Antonio Caputo’ di Salerno nasce la pizzeria sociale ‘La pizza buona dentro e fuori’. Perché l’obiettivo, spiega il direttore del carcere Rita Romano, “è quello di aprire la pizzeria anche al pubblico che arrivi dall’esterno”. Sono venti i detenuti che partecipano al progetto realizzato con il contributo della Camera di Commercio di Salerno e della fondazione Cassa di Risparmio Salernitana e con il supporto del Comune di Salerno, delle fondazioni Comunità Salernitana, che ha destinato il 5×1000 di tre anni fa a questa iniziativa, e Casamica. Le due realtà sono state impegnate nelle dieci serate di ‘fundraising’ in altrettanti ristoranti del territorio provinciale. In tutto, sono stati raccolti 25mila euro. Quel deposito al piano terra dell’istituto dove erano accantonati scatoloni impolverati, una volta svuotato e ripulito dai dipendenti comunali, è diventato la sala dove sedersi e mangiare. Le pareti sono ricoperte da disegni colorati. Poco più in là, invece, il bancone in marmo con accanto il forno dove due pizzaioli preparano le specialità. E, poi, c’è il bagno e anche uno spogliatoio per il ‘personale’. Per il provveditore dell’amministrazione penitenziaria della Campania, Antonio Fullone, “la pizzeria sociale valorizza il periodo di detenzione” dice mentre è in visita, per la prima volta, all’istituto di Salerno. Alla fine del mese di ottobre, inoltre, al via un corso di formazione, finanziato dalla Regione Campania, per dieci detenuti che avranno la possibilità di conseguire la qualifica professionale di pizzaiolo, un titolo spendibile una volta usciti dal carcere. L’inaugurazione di oggi segna il punto di arrivo del protocollo di intesa, siglato il 5 novembre dello scorso anno tra le varie istituzioni, che ha come scopo quello di attuare, in maniera pratica, il fine rieducativo della pena e l’inserimento lavorativo dei detenuti. L’idea di mettere su una pizzeria sociale nella casa circondariale di Salerno a Fuorni viene da ancor più lontano nel tempo. E, precisamente, da una chiacchierata, di qualche tempo fa, tra Roberto Schiavone, presidente dell’Humanitas, e Antonello Di Cerbo, da sempre impegnato in progetti solidali. “La giornata di oggi – evidenzia Romano – è importantissime perché segna una tappa del programma di apertura della realtà penitenziaria verso l’esterno. Il carcere è un luogo che si deve aprire e diventare parte integrante della società”.
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